E’ uscito presso le edizioni Pubblisfera,“Vecchi ricordi” una raccolta di scritti che i lettori del Corriere della Sila in parte conoscono già. Si tratta, comunque, di scritti che ci riportano alla memoria un vissuto non più tanto recente, che vuole essere di sprone alle nuove generazioni, che non conoscono il passato di questa comunità e che fanno fatica anche a capirlo dai racconti degli anziani, quando in famiglia si parla del disagio dovuto al fatto che l’impianto di acqua potabile o il bagno in casa era un lusso riservato a pochi; che si aspettava l’uccisione del maiale per fare festa, mangiando finalmente carne a sazietà; che i primi bagni estivi si facevano al fiume completamente nudi e così quando si andava ai bagni di Bruciarello per una vacanza spensierata, pur non offrendo il luogo altro svago se non andare in giro per quelle radure secche e soleggiate, a caccia di serpenti. E ancora, andando al fiume per lavare il bucato della sposa o aspettando il Natale che erano momenti di festa per piccoli e grandi. Insomma, quest’altro libro di Saverio Basile, è un ulteriore contributo alla conoscenza degli usi e tradizioni del popolo sangiovannese, che tra peripezie e sfruttamenti vari, ha vissuto con dignità il suo periodo di povertà. “Mi piace pensare che nella stagione della modernità non soltanto nelle persistenze dell’impianto urbano e dei monumenti – scrive nella presentazione il giornalista Rai Antonio Talamo – sia rimasta l’impronta delle piccole grandi cose che facevano di San Giovanni in Fiore un’isola di solare armonia.” E, per finire: “Questo lavoro è la sequenza di trenta momenti di vita proposti come fermi fotogrammi di un film, non sono altro che un riuscito espediente letterario per dimostrare che sono cose che vanno oltre i cicli generazionali per esprimersi al passo e nelle forme dei tempi”. Un’altra occasione, qualora ce ne fosse stato bisogno, per confermare che Saverio Basile è la memoria storica di San Giovanni in Fiore e che nulla sfugge al suo poderoso archivio, dove studenti e studiosi vi attingono a piene mani.
Mario Orsini