A mezzanotte meno un minuto è calato il silenzio sulla scena politica sangiovannese, dopo che sulle tre piazze principali si erano presentati i big della politica locale.
Nell’antica piazza dedicata all’abate Gioacchino, il centrodestra ha chiuso alla grande con musica e cuoricini, per il candidato sindaco, Antonio Barile, intenzionato a ripetere il successo elettorale di un anno fa quando al primo turno ha fatto incetta di 3.651 preferenze andando al ballottaggio con l’avversario di centrosinistra. Barile ha elencato le realizzazioni negli otto mesi di governo cittadino ed ha chiesto un voto per le quattro liste che lo appoggiano (Barile sindaco, Uniti per la libertà, Liberi con Barile e Il Popolo della libertà). A venti minuti della chiusura è arrivato il governatore Scopelliti a sostenere la ricandidatura di Barile peraltro già motivata all’indomani della crisi comunale.
Per il candidato del centrosinistra, Emilio Vaccai, si sono ritrovati in piazza Aldo Moro, i maggiorenti locali gli onorevoli Franco Laratta e Mario Oliverio che hanno chiamato a raccolta il popolo della sinistra tradizionale per un impegno che porti a riconquistare un comune da sempre “rosso”. A sostenere Vaccai cinque liste (Democratici per la città, Comunisti italiani, Partito socialista italiano, Partito democratico e PSI-API). Molto apprezzato l’intervento di Pino Belcastro, capolista del Pd e candidato a sindaco nelle passate elezioni.
In piazza Municipio, invece, festa per tutti. A fare gli onori di casa la candidata a sindaco Monica Spadafora (appoggiata dall’Unione di centro e da Il fiore per San Giovanni) la quale ha dimostrato di essere anche una brava massaia realizzando alcune prelibate ricette: un modo anche questo per “prendere per la gola” elettori e simpatizzanti.
Bernardo Spadafora, candidato a sindaco per “Un patto per la città” , ha preferito incontrare i cittadini lungo via Roma, dove insieme a tutta la sua “squadra” si è intrattenuto singolarmente con tutti e per tutti ha avuto un “parola amichevole”.
Peccato che il clima odioso di questi giorni abbia fatto passare la voglia a molti di darsi alla politica con “spirito di servizio”. Comunque il voto rimane sempre l’arma più democratica, ma meno pericolosa perché non esplode se adoperata maldestramente.
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mag 14th, 11
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