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BARILE PUNTA AD UNA MAGGIORANZA ANCHE IN CONSIGLIO COMUNALE

Apertura ufficiale della campagna elettorale del centrodestra,mercoledì sera al Cinema teatro Italia, affollato da simpatizzanti ed elettori, accorsi per ascoltare le parole del candidato Antonio Barile il quale ha presentato ufficialmente al popolo sangiovannese il proprio programma elettorale e la squadra di 64 candidati compresi nelle quattro liste che lo appoggeranno per la “volata” a sindaco della città.
Poi ha iniziato a parlare della sua breve gestione e dei progetti che aveva messo in cantiere per lo sviluppo del paese, che però non è riuscito a portare a termine, data la brevità della durata: “progetti ambiziosi che avrebbero cambiato il volto di San Giovanni in Fiore” sia per quanto riguarda la salvaguardia dell’ambiente, lo sviluppo turistico e il recupero del centro storico, nonché la risoluzione della vertenza che riguarda il restauro dell’abbazia Florense i cui finanziamenti dell’UE rischiano di andare perduti. Particolare attenzione ha rivolto quindi al mondo del lavoro perorando la stabilizzazione dei precari avviati con i progetti di Sial e Cooperative.
Entrando nel vivo del discorso politico Barile ha sferrato un duro attacco al candidato del centrosinistra che “qualche mese prima si trovava schierato dalla loro parte e che improvvisamente è passato dall’altra parte della barricata”. Attacchi anche all’Udc che gli avrebbe chiesto in caso di vittoria “pari visibilità” che in parole povere, significava tre assessorati nella nuova giunta che si andava a formare. “Proposte respinte al mittente – ha ribadito il candidato sindaco – perché correremo da soli convinti di vincere al primo turno”.
Infine l’ex sindaco, non ha risparmiato neppure i rappresentanti della stampa locali, rei di non aver denunciato all’opinione pubblica l’operato del commissario prefettizio che ha aumentato le tasse, ha “regalato” promozioni a dipendenti che non avevano diritto a simili riconoscimenti e che non avrebbero dato il giusto risalto al provvedimento di rimuovere in modo poco ortodosso i manifesti sul davanzale della propria casa.