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UN RICORDO DEL PROF. ALFONSO ADRIANO

di EUGENIO MARIA GALLO

Quando scompare un amico, con lui se ne va parte della nostra storia e della nostra vita! Così è stato per me con la scomparsa di Alfonso Adriano. Lo conoscevo sin da quando ero ancora un bambino e, sin d’allora, l’avevo sempre visto accanto ai miei fratelli, soprattutto accanto a mio fratello Ernesto, con il quale aveva condiviso tanti momenti della propria esistenza terrena. Per me, con Alfonso Adriano, se n’è andata un’altra figura importante della mia vita e anche  del mio cammino professionale. Quanti ricordi, al momento, affollano la mia mente, a partire dal ricordo della nostra partecipazione, nella lontana primavera del 1969, ad un convegno politico a Castrovillari. Era la mia prima volta ad un convegno così importante. Lui, giovane professore, era segretario della Sezione DC di Dipignano ed io, ancora studente universitario, ero delegato giovanile della stessa Sezione. Fu un’esperienza molto interessante. Avevamo in comune anche gli studi: Liceo classico entrambi e studi filosofici all’Università. Insieme facemmo parte della delegazione dipignanese a Ponti, nella primavera del 1974, in occasione della restituzione della visita alla cittadina piemontese, dopo il gemellaggio del 1965 a Dipignano. Ricordo con quanta attenzione, allora, si prese cura di noi giovani della delegazione, facendo di tutto per farci sentire a nostro agio. E sono anche tanti i ricordi legati al lavoro che abbiamo svolto insieme, nel corso delle campagne elettorali di quegli anni Settanta del secolo scorso. Quel che ricordo di più, tuttavia, è l’affetto profondo che egli ha sempre nutrito per me. Proprio con lui ho fatto la mia prima esperienza di Commissario agli Esami di Stato, nel 1977. Mi stava vicino, affettuosamente, mi dava consigli e gioiva, quando il Presidente della Commissione mi rivolgeva qualche complimento per il mio lavoro. Nel pomeriggio, poi, rientrando insieme dalla sede di esami, ci davamo appuntamento per ritrovarci, sul tardi, in località Cappuccini. E lì, all’ombra, si leggeva e si parlava di Hegel e di Kant. Ma ricordare Alfonso Adriano, facendo riferimento solo a vicende personali, sarebbe riduttivo. E’, infatti importante ed opportuno rivolgere anche la giusta attenzione al professionista e alla persona, nonché al suo impegno politico e amministrativo. Da Professore e da Dirigente scolastico, Alfonso Adriano ha sempre operato con serietà e con lungimiranza, in perfetta sintonia con le prerogative fondamentali della propria funzione e con la qualità d’un impegno formativo elevato. L’iter scolastico, per lui, avrebbe dovuto privilegiare (e a questo egli mirava con il proprio impegno) il cammino degli allievi verso la dimensione d’una cittadinanza matura, consapevole e democratica. E’, in fondo, proprio questo uno dei compiti fondamentali, se non il principale, della scuola: formare coscienze forti e libere e persone competenti e preparate ad affrontare, con consapevolezza, la propria vita. Come persona, ha sempre coltivato e saputo coltivare i rapporti umani, i principi  della coerenza, della correttezza e del giusto ed i valori dell’amicizia, della disponibilità, della solidarietà e dell’affetto disinteressato e sincero. E con gli stessi sentimenti ha vissuto il proprio impegno politico e di amministratore. Ci sono persone che, nel corso della propria esistenza quotidiana, si sono proposte come figure interessanti e valide cui guardare con attenzione. Per me, Alfonso Adriano è stato una di queste persone. Mi mancherà, ci mancherà e tanto!