Archive for luglio, 2012

IL CENTRO STORICO STENTA A DECOLLARE

San Giovanni in Fiore, la “capitale della Sila”, sede del Parco nazionale, uno dei più belli d’Italia dove si respira l’aria più pura d’Europa, la città dell’abate Gioacchino, maestro e ispiratore di gran personaggio storico quale Dante e Michelangelo, nota anche per le vicende storiche della cattura dei fratelli Bandiera, luogo dove è possibile assaporare prodotti di qualità DOP e IGP quali la patata della Sila, unico tubero del suo genere a fregiarsi del marchio IGP, il caciocavallo silano e vari salumi oltre alla deliziosa pitta ‘mpigliata, dolce natalizio dai profumi e dal sapore intenso. Citazioni storiche, frasi fatte, lette e rilette ovunque, elementi che basterebbero a fare la fortuna, turisticamente parlando, di una qualsiasi cittadina italiana ed europea, ma non per San Giovanni in Fiore. Sembra quasi che il centro florense snobbi questi aspetti, che non li faccia propri, se non in rare occasioni. Eppure negli anni innumerevoli sono stati i tentativi per avviare un discorso serio legato al turismo, ultimo dei quali l’itinerante Saperi&Sapori promosso dall’Assopec in collaborazione con l’attuale amministrazione. Anche questo tentativo, però, sembra naufragare nel vuoto: discontinuità del calendario e difficoltà di programmazione tra le cause. Eppure gli elementi sembrava ci fossero tutti, ma i risultati a quanto pare tardano ad arrivare. Il nostro paese non vive di turismo, è un dato di fatto, nonostante la massiccia promozione che organi di ogni livello, dal regionale, al provinciale, all’amministrazione cittadina fino ad enti come la Comunità Montana Silana e il Parco nazionale della Sila, attuano annualmente e con tutti i mezzi a disposizione: fiere turistiche, libri e brochure, siti e portali internet, con l’abbazia Florense e il centro storico fotografati da ogni angolo e prospettiva. Il perché di tale situazione è di difficile interpretazione e ancora troppi sono gli elementi negativi che incidono su tale circostanza. Di certo è che la stagione primaverile è passata, portandosi dietro pullman di scolaresche e turisti che con mano hanno potuto tastare le difficoltà di un centro storico bello come pochi in Calabria, ma desolatamente abbandonato e disorganizzato. Poche o nulle le strutture ricettive a buon mercato e assenza dei servizi primari sono lo specchio della società sangiovannese, abituata a passare i week-end fuori dalle mura cittadine, anziché operare nel proprio territorio, come se il centro florense fosse una metropoli dalla quale scappare alla ricerca di lidi spensierati dove potersi rilassare. L’apertura dei bagni nei giardini dell’abbazia, è un passo a vuoto se a questo non ci si accompagna una cura dei giardini stessi (con l’erba alta 60 cm), una pulizia delle strade e dei vicoli con i cassonetti nel centro storico pieni zeppi già domenica mattina, la peggior cartolina che un turista possa trovare appena messo piede in piazza Abate Gioacchino. Nulle le strutture ricettive che offrono menù turistici a prezzi fissi, assenza o quasi di posti letto nel centro storico, mancanza di infopoint (la Proloco che non ha sede nel centro storico), poche le attrazioni per giunta chiuse in giorni cruciali. Il “Museo demologico dell’economia, del lavoro e della storia sociale silana” chiuso di domenica mattina, così come per la navatella laterale dell’abbazia che ospita la mostra permanente delle tavole del Liber Figurarum. E che dire dell’ultima vicenda del Museo della Biodiversità, messo in risalto dopo esser stato preda di atti vandalici, sito presso l’oramai ex stazione ferroviaria (altro tasto dolente), terminato e mai inaugurato per divergenze tra la politica e il privato, museo che avrebbe dovuto ospitare una vasta raccolta di farfalle ed altri insetti, oltre che numerose specie faunistiche della Sila? La proposta di una sua conversione in centro di informazione turistica, ha fatto storcere il naso a molti. Pensare che i turisti che vengono a visitare il borgo antico si fermino presso la stazione che si presenta decentrata rispetto al centro storico, non sembra essere una formula azzeccata. E tralasciamo la cartellonistica di cui tanto si è parlato in campagna elettorale. Insomma, la situazione turistica nella “Città di Gioacchino” è critica e le prospettive sono buie. Gli elementi ci sono ma mancano le idee, e soprattutto manca il saper fare sistema tra pubblico e privato. Urge un tavolo di confronto tra gli operatori del settore e gli enti, perché fare rete oggi è l’unico modo per crescere ed è necessario trovare immediatamente il binario giusto al più presto.

Beppe Veltri