A tredici anni è un “mostro” di sapere in fatto di informatica, tant’è che sono in molti ad utilizzare le sue conoscenze, quando il computer si blocca ed il lavoro si ferma, soprattutto in quei laboratori dove l’informatica è propedeutica alla produzione. Il suo nome è Gioele Salvatore Perri, ma per gli amici è Gioele e basta! La passione per l’informatica gli è venuta a sei- sette anni incuriosito dal modo di lavorare del padre su quella tastiera multiuso. “Ho avvertito un richiamo tra me e il computer – ha detto – ma soprattutto verso le tecnologie che danno vita al computer e un bel giorno mi sono buttato a capofitto in questa avventura, che intanto ha già condizionato la mia vita”. Gioele quest’anno farà la terza media, possiede quattro computer: due fissi e due portatili tra cui un “MacBook pro”, ma ha già un linguaggio forbito e le idee chiare. Studierà per fare l’ingegnere informatico con specializzazione nel settore dei programmi software. “Vorrei creare un gioco da produrre per poi vendere con licenza, ma non è tanto semplice per la mancanza di collaboratori, – fa notare Gioele – perché per creare un gioco ci vuole un numero consistente di persone a cominciare da chi si dovrà occupare dell’audio, della grafica e soprattutto della programmazione che è la cosa che vorrei fare io”. Ma alla domanda: alla tua età i tuoi compagni si divertono giocando e correndo sulla strada, non c’é il rischio che rimani solo? E lui: “Ho pensato pure a questo e recupero i miei amici con la musica e lo sport, perché io suono il pianoforte e pratico sport come la bicicletta, il nuoto e la pallacanestro e così mi ritrovo insieme con molti di loro”. Poi alla domanda: ma ce l’hai la ragazzina? La risposta è stata lapidaria. “No! La vorrei trovare seria e senza grilli per la testa, però ho paura di dover dividere il mio tempo tra lei e l’informatica. Attualmente sono preso da queste continue innovazioni per cercare di carpire sempre di più nozioni e segreti”. P.S. chi ha raccolto questo colloquio con Gioele, non ha aggiunto nulla di suo. Pensieri e parole sono di questo tredicenne, che parlandoci ti mette in soggezione. Parola di giornalista.