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I PONTI DI SAN GIOVANNI

In sintesi, un ponte è ciò che consente di dare continuità ad un percorso per poter procedere agevolmente oltre un avvallamento senza dover ricorrere a percorsi alternativi, ancorché possibili. Sin dalla notte dei tempi, il ponte, al pari della ruota, può essere annoverato fra le principali intuizioni e realizzazioni frutto dell’ingegno umano. Probabilmente il primo ponte è stato un tronco  che posto casualmente fra due rive, ha permesso di passare al di la di un corso d’acqua senza bagnarsi. Da quell’intuizione ad oggi ce ne ritroviamo infiniti e spesso molto belli, fino alle ardite realizzazioni frutto della evoluzione della scienza e della tecnologia. Il ponte si è sempre rivelato una struttura di grande importanza e utilità ed è per questo che diviene struttura strategica, al punto che nel corso delle guerre essi sono sempre oggetto di particolari attenzioni, da parte di chi li vuole distruggere e da parte di chi, invece, li difende strenuamente per una questione di vita o di morte. Certo questo scritto non riesce a compendiare una materia che interi trattati difficilmente possono esaurire, vuole essere solo lo spunto per un tributo ai tanti ponti presenti nel territorio sangiovannese. San Giovanni in Fiore è in un contesto orografico che per forza di cose ha visto la realizzazione nel tempo di numerosi e diversi ponti, da quello antico della Cona al lungo e moderno viadotto di Palla Palla, opere che per un certo verso rendono la nostra terra custode e testimone delle metodiche costruttive che si sono susseguite nel tempo; questo breve resoconto vuole dare di essi, notizie e curiosità. E’ doveroso quindi che questa elencazione inizi dal Ponte della Cona, che per la sua lunga storia merita un doveroso risalto. Realizzato sul finire del Settecento, è un’opera a due archi in pietra che scavalca il Neto, costituendo un tempo la porta d’accesso al paese per chi proveniva dal Marchesato.  Nel periodo della transumanza vi transitavano i numerosi armenti diretti  in Sila e poi nel nefasto pomeriggio del 19 giugno 1844, magari con le mani legate dietro la schiena, su questo ponte passarono anche gli sfortunati fratelli Bandiera e compagni dopo la cattura sul Colle della Stràgola. Secondo come antichità troviamo il Ponte dell’Olivaro sull’ex SS 107, i cui lavori di costruzione hanno avuto inizio intorno al 1870. Durante il periodo bellico ha rischiato di saltare in aria, perché “minato” dai tedeschi in ritirata, tant’è che tuttora si possono vedere i buchi laterali per piazzarvi le mine che però all’ultimo non sono state fatte esplodere. C’è quindi il Ponte sul Lese, ex 108 ter. a metà strada tra Savelli e San Giovanni. Anticamente quella strada serviva per collegare la Sila con la Marina di Cariati e fino ad un ventennio fa vi transitava una “corriera” che collegava Rossano con il nostro paese.  Il 6 maggio 1956, un altro ponte di importanza vitale viene inaugurato dal ministro Angelini. E’ il Ponte ferroviario dei Ceretti, a tre arcate, interamente realizzato in granito silano e considerato una delle opere più ardite e belle della linea ferrata silana, tant’è che è citato e raffigurato su riviste di modellismo ferroviario. A cavallo tra gli anni ’50-’60 viene ricostruito il Ponte sull’Arvo della strada per Trepidò, crollato negli anni ’30. Non più a due arcate con basamento in granito al centro dell’alveo, ma con una sola elegante e snella arcata in cemento armato.  Sempre ponte ad arco, ma del tipo a via superiore, è quello di Palla Palla, con i suoi 80 ml di luce sulla “Variante”, inaugurato dal ministro Mancini il 14 maggio 1966. Per finire, nel 1973 viene aperto al traffico il lungo viadotto di circa 600 ml che con 15 campate, lunghe fino a 45 ml, fra S. Giovanni sud ed il cimitero, scavalca la sottostante vallata del Neto per consentire a viaggiatori e sangiovannesi di arrivare subito verso la marina con la nuova SGC SS 107 Paola-Crotone.  Biagio Argentieri