Archive for giugno, 2013

L’AGONIA DELL’OSPEDALE

“L’agonia dell’ospedale della nostra città prosegue inesorabile e, come stiamo dicendo da tre anni a questa parte, continua a spegnersi lentamente come una candela, giorno dopo giorno e tutto ciò sta avvenendo con il silenzio compiacente di chi amministra questa città”. È quanto sostiene il capogruppo consiliare del Pd, Pino Belcastro, il quale attacca a testa bassa i vertici della sanità calabrese e cosentina, per come hanno ridotto il nosocomio sangiovannese. “Purtroppo, tutto quello che avevano promesso, il commissario ad acta della sanità calabrese, Giuseppe Scopelliti, e il direttore generale dell’Asp di Cosenza, Gianfranco Scarpelli, – sostiene Belcastro – non è stato mantenuto. Avevano parlato che la struttura silana sarebbe stata potenziata e invece oggi ci ritroviamo con un pugno di mosche in mano. La cittadina silana, ancora una volta, e’ stata presa in giro; nessuna delle cose dette e stata mantenuta. Anche le piccolissime cose previste dal piano di rientro non vengono assegnate all’ospedale cittadino. Ci avevano detto, Scopelliti e Scarpelli, – prosegue il capogruppo del Pd – che sarebbe stato potenziato il pronto soccorso e che nelle primissime settimane del 2013 sarebbe andato in funzione il servizio di lunga degenza con dieci posti letto. Dei lavori di potenziamento del pronto soccorso ancora non vediamo traccia; del reparto di lunga degenze abbiamo visto solo l’ insegna sulla porta d’ingresso, ma del reparto vero proprio e del personale medico e paramedico che dovrebbe prendersi cura della nuova unità medica annessa al reparto di medicina generale, nemmeno l’ombra. Infine, hanno inaugurato la nuova Tac alla vigilia delle elezioni politiche e oggi non riesce, per motivi tecnici, a dare risposte ai sangiovannesi. Per non parlare, poi, delle lunghe file agli uffici preposti per sottoscrivere il ticket sanitario. Insomma, l’ennesima presa in giro perpetrata ai danni dei cittadini silani. Questa comunità – aggiunge Belcastro – non meritava questo trattamento. Noi continueremo a sostenere, con la stessa determinazione con la quale abbiamo iniziato questa nostra battaglia, che San Giovanni in Fiore merita, senza se è senza ma, l’ospedale generale. Chi dice il contrario sa di mentire a stesso e ad una popolazione, che per far aprire la propria struttura sanitaria, agli inizi degli anni ’80, ha lottato strenuamente. Questa convinzione – ha proseguito il capogruppo del Pd – l’ho ribadita, a nome di tutto il gruppo consiliare, nella seduta aperta del Consiglio comunale della scorsa settimana alla presenza di diversi esponenti della giunta e del Consiglio regionale della Calabria. La “capitale della Sila” ha una specificità diversa rispetto ad altre realtà calabresi. Queste cose le abbiamo sostenute e continueremo a sostenerle fino alla noia. Non si può privare una comunità, che dista oltre 60 chilometri dalle città di Cosenza e di Crotone, e che è situata a oltre mille metri di altitudine, dei livelli essenziali di assistenza garantiti dalla Costituzione. Ci auguriamo che il nuovo Governo possa mettere fine ad una gestione commissariale della sanità calabrese che non sta dando i risultati sperati. Il “Tavolo Massicci” (nella foto) continua a bacchettare la struttura regionale e cosentina in particolare, per non essere riuscita ad imprimere quella svolta che ci si aspettava. La nostra battaglia perché il nostro ospedale ritorni ai fasti di un tempo - ha sostenuto l’esponente dei democratici – deve proseguire senza sosta e non bisogna arrendersi a chi vuole che questa comunità ammaini il suo vessillo. Il Pd, e, mi auguro, tutte le forze democratiche di questa città, devono continuare questa lotta democratica che è sicuramente la madre di tutte le battaglie di civiltà e di sopravvivenza per chi ha deciso di vivere nel cuore della Sila”. Belcastro, infine, fa notare che identica sorta è toccata al Distretto sanitario. “Anche questa importante struttura della medicina del territorio – sostiene – sta subendo la scure dei tagli imposti dal commissario ad acta. Il distretto dal 15 maggio scorso, infatti, dipende da Rossano e la sua autonomia non c’è più. Insomma, a tutto c’è un limite! Bisogna dire, con forza, basta alla spoliazione della sanità”!