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UN ELEFANTE PREISTORICO EMERGE DAL LAGO CECITA

Una scoperta sensazionale tiene impegnato, in questi giorni, il mondo scientifico sulle rivelazioni del rinvenimento (avvenuto il 17 settembre scorso) nelle acque del lago Cecita, in Sila, abbassatesi per la siccità di un’estate torrida, di un Elephas Antiquus vecchio di almeno 75 mila anni. I tecnici della soprintendenza archeologica della Calabria, guidati dall’archeologo Mario Pagano hanno portato alla luce la zanna arcuata del pachiderma lunga circa tre metri e un’altezza al garrese di circa 4 metri, un molare e altri elementi. Reperti che saranno sottoposti a pulizia, consolidamento e restauro nel laboratorio archeologico dell’Università degli Studi del Molise, che insieme all’Università di Bari, si sta occupando del prezioso materiale finora venuto alla luce. Gli esperti Antonella Minelli, Felice Larocca e ovviamente Mario Pagano, sono convinti che sotto il lago ci sarebbero i pezzi mancanti dell’elefante. Tant’è che in tanti hanno avanzato l’ipotesi dello svuotamento totale del bacino. Intanto si è tornato a parlare di un insediamento longobardo nell’area di Campo San Lorenzo, che potrebbe conservare sottoterra ancora molto materiale di interesse archeologico, perché sono convinti che questa parte della Sila potrebbe diventare  una nuova Pompei calabrese per paleontologi e archeologi, lasciando intendere che le armi longobarde rinvenute qualche anno fa e la tomba ellenistica a foggia di sarcofago per adulto inumato costituita da grandi lastroni di terracotta rinvenuta nel 1935 nei pressi del Germano (località molto vicina a Campo San Lorenzo) avallerebbe la tesi che questa regione fosse abitata  molto prima che Gioacchino da Fiore salisse su queste montagne. “I risultati di questa eccezionale scoperta sono importantissimi, – ha sottolineato il governatore della Calabria, Mario Oliverio, presente alla conferenza di servizio svoltasi al Centro Visite del Cupone – perché fanno emergere la ricchezza complessiva del nostro territorio. Su di essa – ha proseguito Oliverio – continueremo ad investire per sostenerla e per andare oltre”. La commissaria del Parco nazionale della Sila, Sonia Ferrari, dal canto suo, fa rilevare che questa scoperta darà ulteriore forza al riconoscimento della Sila come patrimonio dell’Unesco.