di SaBa
Un’altra cattedrale nel deserto, si nasconde umiliata e offesa dietro la fitta vegetazione della “Pirainella”, in attesa che qualcuno si ricordi del suo fasto, della sua eleganza, della sua calda accoglienza, delle sue squisite pietanze che venivano servite ad una clientela esigente e sempre più numerosa. Stiamo parlando del Centro Florens e della sua rinomata Scuola alberghiera, “fiore all’occhiello della Regione Calabria”, solevano dire negli interventi di saluto agli ospiti di riguardo venuti da tutta Italia, i diversi assessori regionali al turismo (ma soprattutto Laganà, Covello e Trematerra padre, assessori di lungo corso) che si sono susseguiti nei palazzi altolocati della “Vecchia Catanzaro”. Quella scuola ha preparato, qualificato e diplomato centinaia di chef e camerieri per sala e bar: giovani che hanno trovato un lavoro in prestigiose strutture ricettive italiane e straniere. Bastava esibire quel titolo di studio, perché il posto di lavoro era assicurato. Una sciagurata scelta operata dieci anni fa (non importa da quale presidente!), ha portato alla chiusura della struttura e al “parcheggio” dei dipendenti in uffici o stanze paragonabili al carcere. Perché anche il personale, che pure continua a ricevere giustamente lo stipendio a fine mese, non può non sentirsi umiliato e offeso dopo aver svolto un servizio prestigioso ed altamente professionale e ora si ritrova “braccia conserte” a non far nulla. Tant’è che qualcuno, una volta in quiescenza, è intenzionato a chiamare in giudizio l’azienda per risarcimento danni avendone determinato la “dequalificazione professionale”. Una bella gatta da pelare che, comunque, ben gli sta all’Ente di sviluppo per l’agricoltura o a chi per esso. Un appello lo dobbiamo fare al concittadino Mario Oliverio, attuale presidente della Giunta regionale della Calabria, che questa situazione se l’è trovata fra capo e collo. La metta in vendita, la regali (se ha questo potere) o la riapra e la faccia risorgere come ai vecchi tempi. Si parla tanto di formazione-lavoro. E in questo campo il Centro Florens è stato all’avanguardia, perché non c’è un solo giovane che abbia frequentato quella Scuola rimasto disoccupato. Oggi vedendo quei due edifici chiusi, abbandonati e decadenti, non si può non avvertire una fitta al cuore e un senso di rabbia.