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NUOVO COMMISSARIO AL PARCO NAZIONALE DELLA SILA

Il ministro per l’ambiente Sergio Costa, ha scelto personalmente il nuovo commissario straordinario del Parco Nazionale della Sila. Si tratta del colonnello Francesco Curcio, 70 anni, originario di Cosenza, che fino all’anno scorso ha comandato il Corpo Forestale dello Stato della Basilicata. La scelta è caduta su un tecnico che conosce a mena dito l’Altopiano Silano per esservi nato e cresciuto ed ora è chiamato ad occupare il posto di Sonia Ferrari, docente di marketing presso l’Università della Calabria, che per oltre dieci anni è stata prima presidente e poi commissaria dell’Ente Parco, la quale ha avuto il merito, comunque, di essersi battuta per la candidatura della Sila, da parte dell’Unesco, quale bene dell’umanità. Ci saremmo però aspettati da parte del ministro Costa la nomina di un presidente che si sarebbe potuto avvalere del contributo di un consiglio di amministrazione democraticamente eletto.  Ma nominare ancora un commissario significa mandare a rotoli la Democrazia che al Parco della Sila comincia ad essere una chimera da inseguire sulle vette di Botte Donato, Montenero e Montescuro.  Per lungo tempo queste montagne sono state la casa del colonnello Curcio, che ha tutta la nostra stima, dato che per anni l’ha sorvegliata, l’ha protetta, amata e adesso ne è diventato custode di questo scrigno naturale. Ma andare avanti, ancora, con nomine commissariali significa non volere affrontare i problemi della Sila che sono tanti e non di facile soluzione. Di conseguenza ci ritroviamo d’accordo con il sindaco di San Giovanni in Fiore, Pino Belcastro, che ha rassegnato le dimissioni di un consiglio democraticamente eletto, dove non ha mai potuto prendere la parola, perché inesistente. Se crediamo ancora nella Democrazia, quella con la D maiuscola, è bene che chi di competenza (nel nostro caso il Ministro Costa) si adoperi per ripristinare gli organismi istituzionali dell’Ente Parco, prima soprattutto il Consiglio d’amministrazione. Per il resto nulla da eccepire sul colonnello Francesco Curcio che potrebbe essere l’uomo giusto al posto giusto, se espressione del sistema democratico.