Di “Fantino, paese in estinzione” si è parlato a Reggio Calabria, nel corso di un convegno internazionale promosso dal Dipartimento PAU dell’Università degli Studi Mediterranea, sul tema: “Un paese ci vuole. Studi e prospettive per i centri abbandonati e in via di spopolamento. Obiettivo del convegno è stato vagliare gli effetti dei processi di abbandono dei piccoli centri europei sul patrimonio culturale materiale e immateriale e individuare possibili strategie per il loro rilancio sociale e economico. Le tre giornate del convegno hanno visto la partecipazione di studiosi provenienti da diverse università, i quali hanno concentrato i loro interventi su: i processi dell’abbandono degli abitati, il rapporto con la memoria, le trasformazioni del paesaggio, le metodologie di indagine del fenomeno, le strategie e le prospettive per il rilancio dei centri abbandonati in Calabria e nel mondo, le esperienze di ritorno, gli strumenti per la tutela degli abitati. Tra i relatori: Piero Bevilacqua, Vito Teti, Tonino Perna, Francesco Cuteri, Florindo Rubbettino, Rosario Francesco Chimirri e Emanuela F. Bossa, neolaureata in Filologia Moderna presso l’Università della Calabria e studiosa dei processi di spopolamento nei borghi calabresi che ha trattato appunto il caso del villaggio silano. La sua relazione dal titolo “Il troppo vuoto dell’abbandono: il caso di Fantino”, ha portato all’attenzione dei presenti il problema dello svuotamento dei piccoli paesi di montagna e in particolar modo le vicende di Fantino, piccolissima frazione del comune di San Giovanni in Fiore, dove attualmente vivono solo tre nuclei familiari. La relazione di Emanuela F. Bossa ha suscitato molto interesse nei presenti e si è concentrata sulla storia del piccolo borgo: la fondazione, l’abbandono, gli indici di spopolamento, lo stato strutturale delle abitazioni, il rapporto degli abitanti con la memoria. “Quando si ha a che fare con borghi come Fantino – ha spiegato la studiosa – è necessario interrogarsi sul senso del luogo. Il luogo esiste perché c’è qualcuno che lo pensa e lo crea e lo rende tangibile fondando il paese, materializzazione del luogo. Ogni luogo è sempre ovunque, è legato ad una memoria, i paesi invece hanno una spazialità e possono sparire. Fantino sta cessando di essere paese e si avvia a diventare ancor di più un luogo”.