In questo periodo, oltre a vivere un momento decisamente difficile dal punto di vista sanitario in primis, economico-finanziario poi, e infine a livello della più semplice quotidianità esistenziale, osservo che in Italia sta avendo luogo il fenomeno religioso più ampiamente partecipato da tempo a questa parte. Mi sono pure chiesto: “Dovevamo proprio arrivare a questo punto per accorgerci che il sistema sanitario, anche in Calabria, è in condizioni di grave insufficienza?” e, allo stesso modo, “Doveva proprio verificarsi questo evento, perché non tanto la religiosità, quanto, più in generale, un senso del Sacro potesse riaffermarsi nuovamente?” La riflessione su quanto successo, con la riscoperta della Fede come àncora di salvezza, ci stimola ad andare avanti, oltre le tristezze di questi giorni, per rivivere insieme, in piena solidarietà e autentica comunione spirituale, il valore di quanto è scritto nel Vangelo di Matteo “Io sono con Voi tutti giorni, fino alla fine del mondo”. L’auspicio è rappresentato dalla consapevolezza di non rassegnarsi al “declino dell’uomo esteriore”, pur nella drammaticità quotidiana vissuta, rivalutando la “vitalità dell’uomo interiore” per come scrive San Paolo: “se anche il nostro uomo esteriore si va disfacendo quello interiore si rinnova di giorno in giorno”. In questi giorni che segneranno, comunque e per sempre la nostra storia di comunità nazionale, seriamente e duramente provata dal Nord al Sud, bisogna ritrovare la forza della cosiddetta spiritualità biblica “nella certezza che N.S. Signore Gesù Cristo è la via ed è la porta” come ci ricorda il Vangelo di Giovanni. Il dramma, innescato dai Covid-19, oltre le terribili conseguenze sanitarie e socio economiche provocate, ha dimostrato, purtroppo, per come scriveva anni addietro il Cardinale Martini che il “consumismo, l’affarismo, il non andare oltre la ricerca dell’utile immediato” rappresenta il nuovo ateismo, “magari contrassegnato dalla noncuranza e dall’egoismo”. Pensiamo, a questo riguardo, a quanto accaduto nel comparto della sanità italiana, dove, specie nel Sud e nella nostra regione, si sono verificate situazioni, per quanto concerne il rapporto tra sanità pubblica e sanità privata e /o convenzionata, di enorme criticità e gravi anomalie che, dopo questa fase acuta, andranno, per il bene comune, assolutamente riviste e corrette sia sul piano organizzativo e gestionale che economico /finanziario per evitare le storture, numerose e diverse, che sono sotto gli occhi di tutti e che vanno ben al di là della disponibilità pur manifestata, in questi giorni, da parte dagli imprenditori operanti nel nostro territorio nel settore della sanità privata. Occorre infatti, a questo proposito, un nuovo e più ragionevole approccio che non sia strumentale all’emergenza attuale e che sia regolato, per davvero, e non attraverso procedure e meccanismi alquanto singolari, dalla corretta logica del rapporto costi/benefici, analizzando, per come è giusto che sia, prestazioni erogate e servizi garantiti ed espletati all’insegna del bene comune e non del mero interesse particolare. Ma considerata, la riflessone iniziale ed oltre queste puntualizzazioni sulle quali, dopo questa fase critica si dovrà, comunque, pure tornare per intervenire, ad iniziare degli organi di governo nazionale e regionale; bisogna “riconsegnarsi” fiduciosi al raccoglimento e alla preghiera, sicuri, per come ci ricordava nei giorni scorsi il nostro Arcivescovo Mons. Nole’, che verremo esauditi per superare questa fase difficile: “non per i nostri meriti, ma per i meriti della Passione e morte di N.S. Signore Gesù Cristo”. Occorre, in questo tempo di dolore e di preoccupazione e di incertezza per il futuro, ritrovarci, per come ha affermato l’Arcivescovo di Milano, “nel suono delle campane, quasi come fosse la voce di un popolo in cammino, che attraversa città e paesi, rivivendo, nel quotidiano, lo spirito della “diaconia” ovvero nel servizio “degli uni verso gli altri”, per come avvenuto ed avviene, negli ospedali italiani, in questi giorni, dove è stato sperimentato il dono dell’attenzione verso i sofferenti con generosità per salvaguardare il “valore donato della vita”. In questo, per restare all’attualità drammatica che vive il nostro paese, è necessario che, da parte dell’U.E. emerga con coerenza e decisione la volontà di “europeizzare l’emergenza e la crisi” escludendo atteggiamenti per garantire solo “protettorati” che altro effetto non avrebbero se non quello di punire e non di aiutare l’Italia che ha, al contrario, bisogno immediato di sostegno e di vera, autentica solidarietà economica e finanziaria. Speriamo che questo avvenga per impedire la fine dell’Europa unita e per promuovere la nostra rinascita nazionale.