È quanto si apprende da una recente indagine di TGCom24
Cecita, tra i 10 laghi d’Italia da visitare
Una scelta che premia la splendida foresta calabrese
di Mario Morrone
Un’indagine recente del TGCom24 segnala dieci laghi di montagna tutti da scoprire. Dunque, dieci bacini che si trovano in diverse regioni d’Italia. Specchi d’acqua naturali o artificiali dai colori incantevoli. La perlustrazione ha spiegato come i più noti e suggestivi si trovassero ad alte quote (sulle Alpi), ma alcuni di essi sono pure situati a quote più basse, nell’Italia centrale e meridionale. Tra i 10 laghi: Tenno (Trentino), Bàrcis (Valcellina), Tovel e Resia (Trentino Alto Adice); Miage, (Valle d’Aosta); San Domenico (L’Aquila), Piediluco (Terni), Mulargia (Nuoro), Gurne dell’Alcantara (Sicilia) e Cecìta, sull’altipiano della Sila, in provincia di Cosenza. Dunque, una buona notizia, che “premia” questa splendida foresta calabrese che si estende per 150 mila ettari in tre province: Cosenza, Catanzaro e Crotone. Entrata da pochi decenni nell’immaginario collettivo per il suo fitto bosco, i suoi altipiani (la cima massima la raggiunge monte Botte Donato che segna 1928 metri), i suoi laghi, la presenza dei lupi, i funghi porcini, le grandi nevicate; tutto in un ambiente che legittima la Sila, con dati scientifici, “dove si respira l’aria più pulita d’Europa”, ma che rammenta quello nordico-scandinavo, soprattutto quand’era ancora in funzione il “trenino della Sila”. Adesso, dicevamo, a gratificare l’altipiano tra le 10 eccellenze, anche le dolci e fresche acque silane del Cecìta, su cui riflettono i secolari pini del Fallistro che toccano il cielo. Si tratta di un bacino artificiale realizzato per la produzione di energia elettrica in località Mucone vicino Camigliatello, per costruire il quale è stato sbarrato con una diga (costruita nel secondo dopoguerra dalla società Lodigiani, oggi gruppo Impregilo). Dopo i vari “transiti”: Sme (società elettrica meridionale), Enel, oggi lago e impianto sono governati da Enel-Produzione. Un paio di anni fa, grazie al professor Luigi Spadafora nei pressi di una sponda del Cecìta furono rinvenuti 20 panetti di ferro i cui studi riportano a un’offensiva bizantina contro i Longobardi: “Un altro tesoro, perciò, dopo quelli recenti delle armi longobardi e dell’elefante preistorico”. Insomma, una ragione in più adesso per un’escursione in Sila e “scoprire” i misteri del Cecìta, senza trascurare l’Arvo che bagna Lorica, l’Ariamacina, un’oasi naturale gestita da Legambiente, l’Ampollino, nei pressi di Trepidò e il Passante nella Sila Catanzarese: “cinque splendide gemme turchine, incastonate nel verde del vasto Altopiano Silano”, come ha avuto modo di scrivere di recente Saverio Basile, su “Calabria Sconosciuta”.