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E’ MORTO CESARE ROMITI

di Saverio Basile

Quel giorno di fine ottobre del 2003 a Torre Camigliati, in Sila, pioveva a dirotto, per spostarmi dal parcheggio delle auto ed entrare nell’antico Casino dei Barrocco trasformato a sede di Old Calabria; ho dovuto fare il maratoneta a testa bassa per cercare di bagnarmi il meno possibile. Così come ho messo piede all’interno dello splendido casolare la baronessa Mirella Stampa Barracco, padrona di casa, che riceveva gli ospiti vedendomi arrivare ha detto a voce alta “E’ arrivato il direttore del Corriere…della Sila” Solo che Sila l’ha pronunciato sottovoce. Probabilmente voleva destare l’attenzione dei presenti sull’arrivo di un personaggio che non era in programma, suscitando – ovviamente – sorpresa in quella cerimonia per la presentazione del “master d’alta formazione project management di beni culturali ed ambientali” che a breve avrebbe avuto inizio promossa da “Napolinavantanove”, l’Associazione culturale di cui ella è tutt’ora presidente. Il giornalista Gian Antonio Stella che si intratteneva con il barone Maurizio Barracco in un angolo del salone sentendo distrattamente, che era arrivato il direttore del Corriere pensava al suo direttore, ovvero a Stefano Folli, da poco insediato in via Solferino, 28 al posto di Ferruccio De Bortoli e chiese con insistenza dove fosse. La Barracco presentò me e così si chiarì in un lampo il malinteso. Solo che Gian Antonio Stella da buontempone ha voluto “cavalcare l’equivoco” e disse di avvisare Cesare Romiti, all’epoca presidente della RCS editori, che si trovava al piano superiore, facendogli sapere che giù c’era il direttore del Corriere…Quando scese Romiti, che era a capo del gruppo editoriale più importante d’Italia, gli fu presento il sottoscritto. Io avevo alcune copie del “mio” Corriere e ne diedi una copia ciascuno a miei due illustri interlocutori che trovarono interesse verso la pubblicazione, onorandomi della loro attenzione. Cesare Romiti, da grande imprenditore, passò subito a fatti concreti e cominciò a domandarmi di tiratura, di area di diffusione, di bilanci, di “giornalisti in organico” ecc. Domande che mandarono subito in tilt i pensieri che avevo in testa. Mi sono ripreso dopo qualche istante dallo smarrimento e ne è nata una scherzosa conversazione, durante la quale è stato fatto notare da parte mia al patron del giornale più diffuso d’Italia, che era possibile, volendo, un gemellaggio o una possibile “fusione” tra il grande Corriere della Sera e il piccolo Corriere della Sila, che tra l’altro, ne imita perfino il carattere grafico nella testata e che – comunque – una volta al mese, perlomeno sulla piazza di San Giovanni in Fiore, Il Corriere locale batteva quello nazionale per 597 contro 72 (copie, ovviamente, di tutti i quotidiani messi insieme venduti in un giorno). Il Corriere della Sila rinato ad ottobre del 1997 è uscito finora puntualmente ben 275 volte, portando le notizie del grosso centro silano a centinaia di emigrati sangiovannesi sparsi in Italia e nel mondo, costituendo – nello stesso tempo – un ponte ideale con il paese dovuto abbandonare dai “figli migliori”, costretti a cercare altrove un lavoro che in loco non si riusciva a trovare. Raccontai l’accaduto agli amici della redazione del nostro giornale e quelli ancora gongolano d’orgoglio “per aver tenuto testa” a patron del Corrierone. Beata ingenuità e soprattutto ben venga l’orgoglio di chi crede nelle cose che fa.