Antonio Barile è ormai definito dal web l’uomo dell’opposizione all’attuale amministrazione comunale di San Giovanni in Fiore a guida Rosaria Succurro e conta un numero di fans abbastanza rilevante. Barile, pur di formazione uomo di centrodestra (è stato sindaco per Forza Italia) è quello che alla fine nelle ultime elezioni si è scontrato frontalmente (in fase elettorale) con l’attuale prima cittadina, perdendo la corsa per una mangiata di voti. E di conseguenza ora ne segue attentamente ogni minimo movimento. È di qualche giorno fa una diffida, presentata tramite l’avv. Vincenzo Tiano, al presidente del Consiglio Giuseppe Bitonti, per competenza inviata al prefetto di Cosenza Cinzia Guercio e per conoscenza alla stessa sindaca Succurro. L’oggetto del contendere è una richiesta, a firma di 4 consiglieri di minoranza, a suo temo presentata al presidente Bitonti, rimasta inevasa. I quattro firmatari chiedevano un consiglio comunale finalizzato per discutere precisi punti: 1. L’informativa della Corte dei Conti in materia finanziaria, che lascia capire di un possibile nuovo dissesto; 2. la richiesta di chiarimenti circa la collocazione ufficiale della consigliera Cannizzaro, eletta nella lista civica “Guardiamo al futuro”, con candidato sindaco Pietro Silletta, poi transitata nel partito di Fratelli d’Italia e quindi nell’attuale maggioranza; 3. richiesta la conoscenza delle linee programmatiche che il nuovo sindaco, avrebbe dovuto rendere note immediatamente dopo il suo inserimento alla guida del paese, per discutere almeno la priorità degli interventi programmati. Fatto sta che queste richieste sono rimaste inascoltate, tanto che Barile denuncia la mancanza di democrazia e informa della gravità il prefetto di Cosenza. Ora il legale di Barile si appella all’art. 39 del Testo unico sugli enti locali, che fa obbligo al presidente del Consiglio, entro 20 giorni dalla richiesta, di convocare un’apposita riunione del Consiglio comunale con all’odg i punti proposti dai richiedenti, che costituiscono un quinto dei componenti l’assise municipale. Secondo il legale del consigliere Barile; “Non avere adempiuto alla convocazione di una apposito consiglio, così come richiesto dai quattro firmatari che rappresentano un quinto del consiglio, costituisce grave violazione di legge, nonché omissione di atti d’ufficio” per cui si chiede l’intervento del prefetto che “nel caso perdurasse l’inadempienza di esercitare ii poteri sostitutivi” In poche parole pensare ad un commissario ad acta per una convocazione di consiglio comunale che tenga conto di tutte le richieste dell’opposizione, così come formulate dai firmatari.
Nelle foto in alto a sinistra Antonio Barile; in alto a destra il legale avv. Vincenzo Tiano.