Addio “Chiare, fresche et dolci acque” che per secoli hanno dissetato i sangiovannesi. Da qualche giorno un invisibile batterio killer si è rifilato nella rete idrica della zona di Palla-Palla provocando vomito, diarrea e febbre, a quanti si sono dissetati alla fontanina pubblica o nelle case della popolosa frazione. Fatto sta che il sindaco preso atto della comunicazione dell’ASP di Cosenza Dipartimento Tutela della salute e politiche Sanitarie (prot.n.15151 del 18 agosto 2021) con la quale si rileva la non conformità dell’acqua ai parametri di legge, ha disposto la non utilizzabilità per il consumo umano dell’acqua proveniente dall’acquedotto del Comune di San Giovanni in Fiore che serve la predetta località. Un altro problema che si aggiunge alla già critica fase di approvvigionamento idrico di tutta la città, che ha visto nei giorni scorsi una vera “guerra dell’acqua” con protagonisti i sindaci di San Giovanni in Fiore, Rosaria Succurro e di Cotronei, Nicola Belcastro. Cosa c’è dietro quell’interruzione di acqua potabile proveniente dalla sorgente del “Brigante”, quell’ingiustificata manovra nei pressi del piazzale “Antonio Acri”, quel chiudere e aprire le saracinesche di questa o quella linea? A questo punto non è più sufficiente il verdetto dell’Asp, il giudizio della Sorical o i proponimenti dei sindaci interessati ecc. Necessita una serie indagine giudiziaria per venire a capo di eventuali responsabilità di chi è preposto a garantire la tutela di un bene prezioso per la salute pubblica e magari lo ha trascurato. Il provvedimento fa divieto assoluto di utilizzo dell’acqua di rubinetto ad uso potabile ed alimentare (bere, lavare frutta e verdura, ecc.) distribuita dalla rete comunale alle abitazioni insistenti nelle vie sopra citate al fine di salvaguardare la salute pubblica ed al fine di evitare conseguenze alle persone. Il consigliere del Pd, Domenico Lacava, intanto, ha chiesto al sindaco di spiegare alla popolazione dettagliatamente i motivi del provvedimento, la gravità della situazione e i provvedimenti che bisogna adottare, sulla scorta del referto sanitario.