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HA COMPIUTO VENTICINQUE ANNI “IL NUOVO CORRIERE DELLA SILA”

Rinato il 1° ottobre 1997 con l’aggiunto di “nuovo”

IN UN QUARTO DI SECOLO LA STORIA DI UN GIORNALE

Tuttavia la sua anzianità risale al 5 giugno 1961

di Maria Rosa Schipano

Il 1° ottobre 1997 “rinasceva” a San Giovanni in Fiore, presso la Grafica Florens di Mariano Spina, “Il nuovo Corriere della Sila”, il giornale fondato e diretto da Saverio Basile. Rinasceva perché in effetti era già nato una prima volta il 5 giugno 1961, ma ebbe vita breve (solo 23 numeri di quattro pagine cadauno in sei anni). Contrariamente al “nuovo” che in 25 anni è uscito fino al mese scorso 288 volte senza “saltare” un solo appuntamento (12 pagine ogni mese, di cui due a colori, per un totale complessivo di 3.456 pagine). “Un primato che ritengo non comune con altri giornali mensili calabresi, che nascono alla giornata, ma muoiono altrettanto facilmente”.  – sottolinea il direttore Basile. In effetti non è facile portare avanti un impegno così gravoso che costringe il suo direttore o i diversi collaboratori a presenziare a manifestazioni di ogni genere: riunioni del consiglio comunale, conferenze-stampe, incontri politici vari e avvenimenti di piazza, ma soprattutto cercare di capire cosa fanno di importante quei tanti sangiovannesi che vivono fuori del loro paese di origine emergendo per l’impegno, l’intelligenza e la voglia di fare. “Non mi stanco mai di dire – sottolinea il direttore – che noi siamo nati come ponte-ideale per collegare gli emigrati sangiovannesi al Paese d’origine”. Ma Il Corriere in questo quarto di secolo con le sue pagine di puntigliosa cronaca, ha scritto soprattutto la storia di una comunità dinamica e motivata che ha saputo recepire i fermenti politici e religiosi tanto da esprimere, ben tre deputati al Parlamento italiano: Biafora, Oliverio e Laratta e dare alla Chiesa altrettanti vescovi: Altomare, Cortese e Bonanno. Ma quanto conta Il Corriere nel denunciare o semplicemente sollecitare la soluzione dei problemi che affliggono la gente del luogo, che spesso ha bisogno di un “megafono” per farsi ascoltare? “Questo dipende dai politici che governano la nostra città, noi facciamo il nostro dovere di segnalare anche la più piccola buca che potrebbe dar fastidio agli automobilisti, – dice il direttore Basile – però a riparare quella buca ci deve pensare l’Anas, la Provincia o il Comune, a seconda della competenza, ma spesso fanno finta di non leggerci e questo è una cosa inammissibile, soprattutto per i politici che non possono non leggere i giornali locali che si fanno carico di segnalare le necessità di un popolo che non può continuare, alla lunga, di vedere depotenziato il proprio ospedale o assistere alla continua spoliazione di servizi, uffici ed enti locali.” Alla domanda quali sono le soddisfazioni nel fare questo lavoro e quali invece le amarezze, Saverio Basile, si è limitato a sottolineare che: “la soddisfazione maggiore è quando ci chiamano da fuori i nostri abbonati che non hanno ancora ricevuto il numero di quel mese, preoccupati che il giornale abbia potuto cessare le pubblicazioni, e quando gli diciamo che la colpa è delle Poste, si tranquillizzano e tirano un sospiro di sollievo. Le amarezze, invece, sono all’ordine del giorno: la insensibilità dei politici e degli enti pubblici, che potrebbero sottoscrivere un abbonamento e non lo fanno, oppure l’ultimo episodio di una Regione che, dice di volere aiutare i media regionali, televisioni e carta stampata in questo periodo di pandemia, e poi non tiene conto di un giornale come il nostro che in 25 anni è uscito puntualmente 288 volte. (Come abbiamo avuto modo di lamentare il mese scorso) Ma ora, Maria Rosa, consentimi di dire grazie a tutti i collaboratori, alle maestranze della  tipografia e a quanti ci hanno aiutato e incoraggiati in questi 25 anni”. Allora, direttore, è il caso di dire che non è facile tenere in vita un giornale come il nostro? Tuttavia in bocca al lupo, da parte dell’ultima collaboratrice! (n,d,d, ultima in ordine di entrata).