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QUEL VITUPERATO RIMBOSCHIMENTO

DOPO LA TRAGEDIA DI ISCHIA SI TORNA A PARLARE DI DISSESTO IDROGEOLOGICO

di Giuseppe Belcastro

Nei primi anni Cinquanta del secolo scorso un illustre meridionalista come Giustino Fortunato scriveva: “La Calabria è uno sfasciume pendulo sul mare”. Aveva ragione. Bastavano, infatti, 20/30 mm. di pioggia per far franare interi territori della nostra Regione. Alla fine degli anni Quaranta e inizi anni Cinquanta, proprio per mettere mano ad un territorio saccheggiato e defraudato dagli inglesi che, alla fine del conflitto bellico, tagliarono i nostri boschi per pagarsi i danni della Seconda Guerra Mondiale, venne istituita dal Governo del tempo, l’O.V.S. (Opera Valorizzare Sila). Furono assunti parecchi operai forestali e diversi giovani tecnici, appena laureati, per iniziare un’opera di rimboschimento e messa in sicurezza del territorio proprio al fine di mettere mano ad una terra violentata dagli alleati. In Sila i territori franavano e scendevano a valle con una facilità incredibile. Gli smottamenti non si contavano. Il territorio era fragile. Le case scivolavano come fossero costruite su saponette. Anche le vittime non si contarono. Pian piano l’opera di rimboschimento iniziò a dare i primi frutti. Iniziò un’opera di ingegneria forestale straordinaria. Senza precedenti! Non appena le pinete cominciarono a crescere le piogge cominciavano a non fare più paura. Il territorio iniziava a trattenere le acque piovane. La Sila cominciava a diventare una foresta e finalmente una terra meno imprevedibile. Questo è stato un piccolo racconto storico. Il vero problema di oggi e che dei forestali non parla più nessuno. Sono stati definiti vagabondi (ricordate cosa diceva la Lega Nord?) e degli ‘ndranghetisti. Era gente che rubava lo stipendio.In Calabria, poi, si è fatto di tutto per dare ragione ai detrattori della nostra sfortunata terra. Infatti, in maniera scriteriata si è arrivati ad assumere, per meri fine elettorali, oltre 30 mila operai. Una cosa vergognosa! Il 1984, il Governo Craxi, con una legge ad hoc, la 442, bloccò le assunzioni nella forestazione in Calabria. Quella legge venne salutata favorevolmente da tutti. Si era messo fine, finalmente, alle clientele. Era sottinteso, però, che, dopo una decina d’anni, quella famigerata legge blocca assunzioni, venisse rivista proprio per dare un’idea nuova di come gestire una risorsa forestale che nel frattempo era stata costruita in Calabria, magari pensando anche ad una filiera del legno. Niente da fare. La campagna scandalistica che si scatenò contro i forestali calabresi, negli anni Novanta, non ebbe paragoni. La ‘grande stampa’ attaccò a muso duro i governi che si succedevano per i soldi che venivano dati alla Regione per pagare gli stipendi. I partiti, soprattutto quelli della sinistra, per evitare di essere messi nel tritacarne, si defilarono. Fecero, come si suole dire, buon viso a cattivo gioco. Ricordo che anche nel sindacato i dirigenti calabresi non godevano a Roma di buona stima. Era per tutti un argomento da evitare. Insomma, quella categoria di umili operai era vista come degli appestati; gente che doveva andare ad esaurimento e chiudere definitivamente quella pagina. Oggi ci sono riusciti! La ‘Lega Nord’ e la ‘grande stampa’ forse possono cantare vittoria. I forestali calabresi si sono quasi estinti (restano poche centinaia dell’ex fondo sollievo). Eppure, questi calabresi ‘vagabondi’ hanno realizzato con le ‘fossarelle’ un patrimonio boschivo di inestimabile valore. Hanno sistemato gli argini dei fiumi; hanno costruito sentieri, realizzato rifugi e oasi naturalistiche. Hanno portato l’energia elettrica e l’acqua nelle zone più sperdute della Calabria. Purtroppo, i forestali, non interessano più a nessuno! C’è un patrimonio forestale straordinario che andrà via depauperandosi. Eppure non fa più notizia. Oggi per il reddito di cittadinanza (giustamente) si minaccia di andare in piazza. Per chi, invece, ha realizzato la regione più boscata d’Italia resta solo l’oblio. Tanto erano…vagabondi! A chi può interessare? Intanto a Ischia implorano l’opera di rimboschimento… Forse è un po’ tardi! Chi pagherà per le tantissime vittime?