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I VESPRI DELL’ABATE

La suggestione della cripta ed il coro che ha intonato il Vespro monastico sulla   melodia di Noci hanno creato    una intensa sensazione di spiritualità nei fedeli che giovedì 26 gennaio, alle ore 20:30, nonostante la rigida serata invernale, hanno partecipato numerosi alla Celebrazione in canto del Vespro con lettura e catechesi sugli scritti del Servo di Dio Gioacchino da Fiore, Fondatore e abate dell’ordine Florense. La cerimonia religiosa è stata presieduta da don Rodolfo Antonio Bruschi, Rettore dell’Abbazia florense, animata dai ragazzi del “Cammino di preghiera sui luoghi di Gioacchino da Fiore e da    Gaetano Antonio Scillitano all’organo. Don Rodolfo ha richiamato un significativo passaggio del Testo fatto pervenire dal Santo Padre Giovanni Paolo II, tramite il Cardinale Angelo Sodano, all’Arcivescovo di Cosenza per l’VIII centenario della morte del Servo di Dio Gioacchino da Fiore: “Negli scritti come nella sua vicenda terrena, Gioacchino appare come una persona innamorata di Dio, un apostolo ardente di zelo, un predicatore appassionato. Egli fu soprattutto uomo della Parola. La sua opera esegetica -nonostante i problemi che pone – merita attento studio e può essere fonte di conoscenze utili, anche a causa del suo spirito ecumenico. Dalla continua meditazione della Parola rivelata, Gioacchino trasse l’energia spirituale per additare agli uomini le vie di Dio”. Un passo evangelico tratto dai “Trattati sui quattro Vangeli” di Gioacchino da Fiore ha offerto lo spunto per la catechesi illustrata da don Rodolfo con capacità comunicativa, chiarezza espositiva e profondità concettuale. La celebrazione si è conclusa con una preghiera davanti all’urna che accoglie le spoglie mortali di Gioacchino da Fiore, nella cappella che ha custodito per secoli il sepolcro sul quale erano incisi i versi di un inno: Hic est abbas Floris / coelestis Gratia roris (Questi è l’abate di Fiore / grazia di rugiada celeste).