Martedì 24 ottobre, alle ore 16:30, nell’ Aula G.127 dell’ Università Cattolica di Milano (Largo A. Gemelli , 1), si terrà la presentazione del volume “Segni dei tempi. Figure profetiche e cifre Apocalittiche” di Gian Luca Potestà, ordinario di Storia del cristianesimo all’Università Cattolica di Milano e Direttore del Comitato scientifico del Centro Internazionale di Studi Gioachimiti. Introdurrà i lavori Marco Rainini (Università Cattolica di Milano, membro del Comitato scientifico del Centro Studi e curatore della collana “Opere di Gioacchino da Fiore); interverranno Roberto Rusconi (Università degli Studi Roma Tre e Socio onorario dell’ Assemblea del Centro Studi) e André Vauchez (Membre de l’ Institut); i saluti saranno porti da Andrea Canova (Preside della Facoltà di Lettere e Filosofia , Università Cattolica di Milano) e da Marco Rizzi (Direttore del Dipartimento di Scienze Religiose, Università Cattolica di Milano). Sarà presente l’autore. Il volume chiarisce le trasformazioni e gli utilizzi, fra Medioevo centrale e prima età moderna, delle principali retoriche profetiche. Le profezie sono rimaste lungamente ai margini degli studi storici. Testi spesso oscuri, estranei al lessico scolastico e universitario, presuppongono tradizioni dottrinali e letterarie complicate, intessute di lettere, numeri e simboli dai significati ambigui e mutevoli. Per cercare di comprendere storicamente visioni e rivelazioni, oracoli e sibille, occorre lasciarsi coinvolgere in giochi di pazienza le cui soluzioni sono difficili e restano spesso controverse. Nella prima parte il volume presenta sette saggi che mirano a chiarire gli utilizzi delle principali retoriche profetiche, riguardanti Anticristo, papa angelico e sovrano messianico dei tempi ultimi. Diversamente da quanto si è spesso creduto, le profezie non circolano solo entro cerchie marginali di fanatici, ma innervano conflitti polemici tra papi e imperatori, nutrono ambizioni di cardinali in ascesa, magnetizzano intellettuali come Arnaldo di Villanova e Dante. Elementi fondamentali di legittimazione dinastica e di propaganda politico-ecclesiastica, esse contribuiscono a modellare il linguaggio pubblico, tramutando le nostalgie in speranze, i desideri in promesse, i racconti mitici in attualità storica. La seconda parte comprende cinque saggi riguardanti studiosi europei del Novecento che, confrontandosi a fondo con le questioni poste dal modernismo, hanno rinnovato gli studi biblici e le ricerche di storia intellettuale dell’Occidente medievale: i domenicani francesi da Marie-Joseph Lagrange a Marie-Dominique Chenu, Beryl Smalley, Herbert Grundmann, Arsenio Frugoni, Tullio Gregory.