Sono più di 24 ore che le squadre antincendio dell’Afor e della Protezione civile, con l’ausilio di un Canadair e due due elicotteri, non riescono a domare l’incendio che da ieri pomeriggio tiene in ansia le popolazioni di Caccuri, Cerenzia, Castelsilano e San Giovanni in Fiore. Oltre dieci ettari di bosco sono già cenere, mentre fra le piante bruciate figurano arbusti di corbezzolo, carrubo e sughero, piante in via di estinzione per lo meno da queste parte. Ieri il fuoco ha lambito i centri abitati di Caccuri e Cerenzia, provocando lo scoppio dei vetri degli infissi andati in frantumi e delle serrande di plastica liquefatte dal caldo. Anche una bombola di gas, per uso domestico, è scoppiata in una casa della periferia di Cerenzia, provocando il ferimento di una donna. Eventi del genere non si ricordano a memoria d’uomo. Dal primo pomeriggio di oggi è interessata all’incendio anche la montagna di Cimella, in agro di San Giovanni in Fiore, che degrada verso la Stragola, luogo dove furono catturati i fratelli Bandiera e compagni nel lontano 1844. Nella zona interessata dalle fiamme insistono costruzioni rurali e stalle che ospitano animali domestici, oltre che aziende agricole ed agroturtiche. Sul posto sono presenti anche alcune squadre dei Vigili del fuoco di Crotone e Cosenza e gli uomini del Corpo forestale dello Stato. Sarà difficile, data l’estenzione del fronte del fuoco, spegnere le fiamme prima del tramonto, quando i mezzi aerei saranno costretti a far ritorno alla base di partenza. Nei paesi interessati sono tutti convinti che i diversi focolai di fuoco sono opera di piromani irresponsabili, intenzionati a compromettere l’ecosistema della zona al solo scopo di richiamare l’attenzione delle autorità regionali preposte alla salvaguardia del patrimonio boschivo.