L’EX STAZIONE FERROVIARIA, UN’AREA DA UTILIZZARE

C’è il rischio che l’area dell’ex stazione delle Ferrovie Calabro-Lucane diventi un altro luogo di perdizione, nel senso che diventi ricettacolo di animali e di incontri pericolosi tra gente di poco scrupolo. I quattro corpi in muratura (autentici gioielli di architettura montana) sono in parte disabitati, quindi facile “preda” degli accattoni e di chi spera di poterne venire in possesso, stante la mancanza sul posto di un padrone titolato. Costruita negli anni ’50 del secolo scorso, con punta e mazzetta, la stazione ferroviaria delle Calabro-Lucane, ha visto arrivare il primo convoglio (una littorina appena!) alle 10,30 del 6 maggio 1956. Seduto accanto al macchinista il ministro dei trasporti, Armando Angelini, accolto in paese da una folla festante. Poi da quel giorno una serie di locomotive storiche “sfrecciarono” (si fa per dire!) lungo la tratta e, per circa trent’anni, hanno collegato San Giovanni in Fiore con Cosenza, anche nel corso di violenti bufere di neve. Oggi la tratta non è più in esercizio, ma la stazione con tutte le sue strutture murare in “pietre a facce vista” non può essere lasciata nel più completo abbandono. Era stato preso negli anni scorsi un pubblico impegno tra il presidente delle Ferrovie della Calabria (all’epoca l’ex senatore Franco Covello e il sindaco Riccardo Succurro e successivamente impegno riconfermato dal commissario Giuseppe Scalzo, sindaco Antonio Nicoletti), presente il presidente della Provincia in carica, per realizzare nell’area un museo all’aperto delle locomotive storiche di cui dispone l’ente ferroviario (5 locomotive tra cui la famosa 353, mezzi antineve e qualche littorina ancora in buono stato), ma la promessa come tutte le promesse dei politici (che non sono dissimili da quelle dei marinai), non è andata a buon fine. In una delle tre palazzine, quella un tempo destinata al personale viaggiante, doveva sorgere il Museo della biodiversità che doveva ospitare importanti collezioni di farfalle, insetti e uccelli messe a disposizione dell’ing. Claudio Belcastro, oggi è un porto di mare con la gente che entra ed esce pur non essendo munita di chiavi. Il lavoro di ristrutturazione ha impegnato cospicui fondi del Piano di sviluppo urbano e i mobili, in essa collocati, opera dell’artigiano Arturo Pasculli di Roma, sono alla mercé degli attoppanti. A questo punto non ci rimane che lanciare un appello, cosa che peraltro abbiamo già fatto attraverso le telecamere di “Buongiorno Regione”, salviamo l’area dell’ex stazione ferroviaria e adattiamola, magari, a parco-giochi per i bambini e per pensionati che vogliono fare footing.

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