Sebbene il Natale fosse trascorso già da un mese e più, riteniamo doveroso dover parlare del presepe vivente organizzato da Anna Panucci, una donna molto dinamica che ha il torto però di rimanere sempre dietro le quinte, ovvero le piace agire ma non apparire. Comunque le va dato merito di aver riportato nell’antico centro storico del Cortiglio, dal 4 al 6 gennaio, più di cinquemila visitatori, molti dei quali provenienti anche dai paesi del Cosentino e dell’Alto Crotonese, richiamati dalla bellezza dei luoghi e dalla bravura dei figuranti, che negli antichi catoja sono riusciti a far rivivere la nascita del bambinello Gesù in un’autentica stalla, dove l’asino e il bue hanno riscaldato l’ambiente. Poi nelle casette abbandonate del quartiere le donne, in prevalenza vestite nel tradizionale costume di pacchiana, hanno ricostruito scene di vita antica, coinvolgendo ed emozionando i visitatori: lavorando al tombolo, impastando il pane nella màdia, insaccando la carne di maiale per fare salsicce e soppressate. Ma anche alcune botteghe artigianali sono state ricostruite per l’occasione, per fare apprezzare il lavoro degli artigiani di un tempo: fabbri, falegnami, fornai e calzolai, che hanno reso famoso il nostro paese. L’iniziativa è partita da un gruppo di parrocchiani dello Spirito Santo, che a Pasqua dello scorso anno, avevano messo in scena una via crucis vivente per le strade del quartiere della Difesa. In considerazione del successo ottenuto, hanno pensato di organizzare per Natale un presepe vivente, ma stavolta nel centro storico, dove l’ambientazione delle diverse scene non aveva bisogno di ricostruzioni forzate. La bravura degli attori, la bellezza dei costumi, il fascino dei luoghi, hanno fatto il resto. Il presepe vivente ha impegnato 60 attori-figuranti e un’orchestrina, diretta dal M. Antonio Cimino, che ha allietato con canti natalizi, l’atmosfera dei vicoli del Cortiglio. Il tutto, a spese dei partecipanti, che non hanno ricevuto contributi né da enti pubblici né da privati.