ROSY BINDI A SAN GIOVANNI IN FIORE

Rosy Bindi prima di incontrare il popolo democratico di San Giovanni in Fiore, durante la tappa silana del suo tour elettorale, ha voluto visitare l’ospedale cittadino, per portare la sua solidarietà al personale sanitario e paramedico sacrificato in una struttura, “fantasma”, che ne deprezia giorno dopo giorno, la professionalità di tanti operatori disposti a dare il meglio delle proprie conoscenze professionali, ma soprattutto ha voluto far sentire a quella pattuglia di malati (dieci letti appena rimasti nel reparto di medicina) la presenza di un ex ministro della sanità, che non può accettare che un presidio di sicurezza in un paese di montagna, distante oltre 60 km da una città sede di presidio ospedaliero, venga sacrificato in nome del “Piano di rientro”. Quando l’ex ministro ha raggiunto il Polifunzionale, accompagnata dall’on. Franco Laratta, dal presidente della Provincia Mario Oliverio e del consigliere regionale Carlo Guccioni, c’erano ad attenderla quasi cinquecento elettori e simpatizzanti del Pd. A presentare la città con i suoi mille problemi che vanno dalla disoccupazione giovanile in continuo aumento, alla continua perdita di istituzioni per via del ridimensionamento programmato dal governo centrale; dall’invasione di spazzatura nella discarica locale, dove ogni giorno confluisce la “monnezza”  di  oltre cinquanta comuni della provincia al ridimensionamento dell’ospedale, ha provveduto il capogruppo consigliare Pino Belcastro, il quale ha infervorato la platea, specie quando ha chiamato in causa il governatore Scopelliti e il sindaco Barile, parimenti “responsabili” di una situazione “vergognosa”. Poi è toccato a Rosy Bindi raggiungere il podio per parlare del futuro della Calabria e del Mezzogiorno: “L’Italia riparte – ha detto – se riparte il Sud”,  ecco perché il Pd ha voluto mettere capolista in Sicilia, il segretario Bersani, in Puglia, la Finocchiaro, in Campania Enrico Letta, in Basilicata Emma Fattorini e in Calabria la Bindi: “Perché finisca questa storia del Sud ingiustamente considerato palla di piombo ai piedi dell’Italia. Vogliamo fermare l’esodo dei cervelli che il Sud offre continuamente alle altre regioni che ne traggono enormi vantaggi. Perciò chiederemo ai calabresi e all’intero paese, di essere consapevole del momento particolare che stà attraversando l’Italia”. In poche parole ha chiesto più volti per il Partito democratico, che devono consentire anche di riportare in parlamento il deputato Franco Laratta “che ha ben servito il paese ed ha lavorato per il riscatto di questa Calabria dimenticata dal governo Berlusconi prima e del governo Monti poi, e che ha saputo dare un grande contributo, specie in materia sanitaria, insieme a Carlo Guccioni, fornendo ai parlamentari un dossier sulla sanità calabrese, che in questo mio giro elettorale ho avuto modo di apprezzare e confrontare con la realtà, veramente drammatica”. La Bindi ha parlato poi dell’impegno di Monti per fare uscire l’Italia dalla crisi che attanaglia l’Europa: “Ma ora Monti non può rivendicare la guida politica dell’Italia, come non possiamo consentire di mettere nelle mani dei “grillini” il futuro della nazione”. Insomma un discorso tutto sommato sereno, che ci ha mostrato una Rosy Bindi diversa da come siamo abituata a vederla in televisione: grintosa e spesso arrabiata.

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