IL TRENINO DELLA SILA

di Giovanni Greco

«Cosa farne del nucleo ferroviario?», si chiedeva nel numero di novembre scorso il direttore di questo periodico, paventando una fine ingloriosa per l’area dell’ex stazione delle Ferrovie Calabro-Lucane. L’occasione di ritornare a parlarne di nuovo ci viene offerta da un avvenimento che potrebbe stimolare qualche iniziativa per un suo possibile riutilizzo e recupero. Lunedì 21 gennaio un importante quotidiano nazionale ha riportato la notizia che la domenica appena trascorsa, dopo qualche anno di inattività, aveva ripreso a viaggiare il trenino dei parchi d’Abruzzo e della Maiella, subito ribattezzata con fervida fantasia la Transiberiana dell’Appennino o anche “il treno delle nuvole” per l’altitudine che in qualche punto [Rividonsoli-Pescocostanzo] raggiunge i 1260 metri.  E’ una tratta di 129 km con partenza da Isernia e arrivo a Sulmona, con fermate anche a Pescolanciano, Castel di Sangro e Roccaraso e include 103 tra ponti e viadotti e 54 gallerie. A non far morire la linea sono state due associazioni locali, costituite da volontari di ex dipendenti delle ferrovie, ai quali si sono aggiunti i titolari di industrie alimentari locali con l’organizzazione di degustazione di prodotti tipici [salumi, prodotti caseari, vini, ecc.] sul treno e in qualche stazione e la collaborazione delle associazioni turistiche locali che hanno provveduto ad allietare i viaggiatori con canti e musiche popolari. C’è da precisare subito, però, che l’iniziativa non riguarda la riattivazione di una normale tratta di linea quanto l’organizzazione di treni turistici una volta al mese [una seconda partenza c’è stata domenica 17 febbraio], ai quali si aggiungeranno quelli organizzati per le scuole a primavera e quelli per visite per le riserve naturali esistenti. E’ ripetibile questa esperienza anche sulle tratte Cosenza-Camigliatello e Camigliatello-San Giovanni in Fiore? Riteniamo di si, anche perché nel recente passato alcuni tentativi ci sono stati e tanti hanno ancora vive nelle memoria le immagini delle “littorine” sbuffanti arrivate alla stazione di San Giovanni in Fiore cariche di “turisti-viaggiatori”. La bella e suggestiva locomotiva messa allora a nuovo per l’occasione giace ora dimenticata nell’autorimessa di Vaglio Lise a Cosenza e non sarebbe male rimetterla in moto. La realizzazione di questo progetto, che potrebbe essere in gran parte finanziato con le dismissioni delle vecchie stazioni esistenti e abbandonate sul percorso, deve poi essere accompagnata dall’assolvimento dell’impegno preso in passato da un presidente [Franco Covello] e da un commissario [Giuseppe Scalzo] delle FFCCLL con due ex sindaci florensi [Riccardo Succurro e Antonio Nicoletti] di realizzare nell’area della stazione di San Giovanni in Fiore un museo ferroviario con vecchie locomotive, automotrici, mezzi antineve e materiale documentario. E, inoltre, senza dimenticare di continuare nel piano di recupero urbano di tutta l’area da tempo iniziato e lasciato a metà da Provincia e Comune e, uscendo dalle contrapposizioni e dalle contraddizioni, di dare una soluzione definitiva e convincente al Museo della biodiversità, che non è stata un’idea peregrina e potrebbe aumentare l’offerta turistica del paese.

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