STORIE DI MUSEI

di Beppe Veltri

Molti sangiovannesi non fanno caso alla ricchezza culturale custodita all’interno della città di Gioacchino, cultura che come prassi, si concretizza quasi sempre nella realizzazione di un Museo o qualsivoglia architettura adibita a custodire testimonianze del passato e del presente, che vengono riconosciute tali per la loro importanza e per questo meritevoli di attenzioni. Nel nostro paese ad oggi, si hanno due sole strutture che possono essere definite “museali”, il noto “Museo demologico dell’economia, del lavoro e della storia sociale silana” e la “Mostra permanente” di alcune tavole del Liber Figurarum di Gioacchino da Fiore. Il primo, facente parte della rete museale regionale “IreSud”, occupa i primi due piani della parte conventuale dell’Abbazia Florense: nel primo piano si trovano alcune lastre di Saverio Marra, fotografo del periodo fascista, dall’immenso valore culturale, mentre il secondo piano ospita il museo vero e proprio. La mostra permanente delle tavole del Liber Figurarum, invece, trova posto nella navatella laterale sinistra dell’Abbazia. La cultura custodita a San Giovanni in Fiore finisce qui! In realtà tanto si è discusso di tema museale in questi ultimi 15 anni, così che nella migliore delle ipotesi si pensava addirittura che il nostro paese sarebbe potuto diventare ben presto la capitale culturale e artistica della Calabria. Già partendo dai musei citati si potrebbe allargare il tema di una “filiera museale” nel centro storico. Saverio Marra meriterebbe maggiori attenzioni anche perché le foto esposte sono solo una piccola parte del patrimonio che il fotografo ci ha lasciato, consistente in ben 2500 lastre fotografiche su vetro. Il “gabinetto” fotografico che il maestro utilizzava: un piccolo edificio che si affaccia sulla piazzetta della “Funtanella”, potrebbe essere un esempio di recupero di patrimonio culturale e architettonico, vista anche l’effervescenza di molti neofiti fotografi in paese e della presenza di un nutrito gruppo di fotografi iscritti all’Associazione fotografica florense. Lasciare una testimonianza del noto fotografo sarebbe più che doveroso. Palazzo Lopez, rientra anch’esso nelle vicende museali mancate. Il palazzo, noto per aver ospitato Emilio Bandiera e Domenico Moro, componenti della spedizione rivoluzionaria del 1844, è stato oggetto di un interessante idea, quella di farne un “Museo del Risorgimento Calabrese”, da ospitare all’ultimo piano dell’imponente edificio quello meglio conservato. L’idea sarebbe stata sicuramente di grande successo, oltre ad essere un doveroso riconoscimento ad un fatto storico citato in tutti i libri che trattano il periodo risorgimentale. Ad oggi parte dell’edifico, di proprietà di privati, è stato riconvertito in ristorante e pub. La speranza è che i proprietari possano considerare quell’ultimo piano ancora vacante, come un’opportunità da offrire a tutta la comunità sangiovannese. Detto questo una cosa possiamo affermarla: il centro storico con ben tre strutture museali, riprenderebbe vigore e vitalità, chiaro segno di una forte attenzione verso il turismo, una delle grandi risorse inespresse della nostra cittadina. Ma il nostro viaggio non è finito qua. Che dire del “Museo delle Ferrovie della Calabria” ipotizzato da alcuni esperti a fine anni ’90, quando la linea ferroviaria San Giovanni in Fiore-Cosenza fu soppressa definitivamente? La Stazione ferroviaria e i relativi caselli e rimesse avrebbero dovuto ospitare locomotori antichi, attrezzi e varie documentazioni provenienti da tutta la regione. Non se ne fece nulla, anche se negli anni le proposte avanzate sull’area ferroviaria furono comunque molteplici, segno di un profondo interessamento. Ci sarebbe da dire che un intervento in realtà è stato fatto, ossia quello di riconvertire il casello principale nel “Museo della biodiversità silana” struttura che doveva fare parte di un sistema turistico ben più complesso, comprendente la riconversione della tratta ferroviaria San Giovanni in Fiore-Camigliatello in tratta turistica, percorsa da treni d’epoca, recupero dei caselli lungo il tragitto e riconvertiti in spazi espositivi o ricreativi, e realizzazione di due musei di testa, uno a Camigliatello ed uno, appunto, a San Giovanni in Fiore.  L’edificio pur terminato, è tuttora oggetto di controversie tra l’attuale amministrazione e colui che doveva gestire il museo. La struttura pur ultimata è tuttora vacante, tant’è che lo scorso anno fu addirittura devastata dai soliti vandali. La storia di quest’ultimo museo è stata raccontata in più occasioni sul nostro giornale ed è francamente una triste vicenda, che forse meglio di qualsiasi altra storia, che evidenzia la considerazione ed il senso profondo che i sangiovannesi e le amministrazioni locali, hanno avuto ed hanno, verso la cultura, che poteva e potrebbe nascere nel nostro paese: una delle tante occasioni mancate di rinascita economica e sociale.

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