L’OSPEDALE NON DEVE MORIRE

“Il cuore della città batte ancora. L’ospedale non deve morire!”. Dietro questo slogan una folla risentita per il “taglio” indiscriminato, che penalizza fortemente l’ospedale locale “ridotto ormai a semplice ambulatorio medico” dove non c’è nulla che possa garantire un minimo di servizio ad una popolazione di 18 mila abitanti, che con quelli dei paesi del circondario, che da sempre gravitano nella struttura silana, fa lievitare l’utenza fino a 32 mila unità (dati riferiti dall’ex Usl 13). Ieri il Partito democratico ha chiamato a raccolta, in piazza della Funtanella, il popolo sangiovannese per dire del tradimento del governatore Scopelliti, giunto qui in campagna elettorale a promettere il potenziamento dell’ospedale che ora rischia – invece – la chiusura; mentre il distretto sanitario è stato ufficialmente soppresso ed aggregato a quello di Rossano che dista da San Giovanni in Fiore 140 km. Poi il comizio di Pino Belcastro, capogruppo consiliare del Pd, che ha infuocato una piazza traboccante sulle problematiche ospedaliere, tra cui la Tac inaugurata 4 mesi fa e non fruibile; la mancanza di figure sanitaria importanti: “Si opera con un solo anestesista e il parto assistito rischia di non essere più attivo”, mentre i lavori di potenziamento del Pronto soccorso non sono stati mai avviati e i macchinari in dotazione alla radiologia e ai laboratori sono obsoleti. Insomma una situazione tragica che la regione Calabria continua a disconoscere. Poi la testimonianza di un giovane paziente, affetto da neoplasia, il quale ha reso noto al pubblico il suo dramma ed il suo pellegrinare per gli ospedali d’Italia, in cerca di un sollievo che la sanità è tenuta a garantire ai cittadini a norma di un articolo della Costituzione: “Invece sono costretto ad andare e venire da Roma, perché qui il servizio di oncologia non ha come smaltire una bomboletta che serve al mio caso, perché attualmente non vige una convenzione sullo smaltimento dei rifiuti speciali, cose dell’altro mondo!” E’ toccato poi a Giovambattista Nicoletti, sindacalista della CGIL e animatore del Comitato “Pubbli…camente” tracciare il lungo lavoro portato avanti finora da quel gruppo di cittadini che con manifestazioni, petizioni, incontri e… scontri, ha tentato inutilmente di salvare il nosocomio sangiovannese. “Ci stiamo perdendo – ha detto Nicoletti – tra ospedale di montagna e ospedale generale e qui intanto la gente muore per la mancanza di assistenza. Scopelliti ci ha solo preso in giro perché gli servivano i 7500 voti che i sangiovannesi gli hanno dato, convinti di cambiare… In chiusura l’intervento di Franco Laratta, segretario cittadino del Pd, il quale ha invitato la cittadinanza, indipendentemente dal colore politico, a ritrovarsi insieme nelle grandi battaglie per il riscatto del nostro paese. Bisogna tornare tutti insieme – ha detto – a difendere l’ospedale, ma anche a parlare di lavoro per bloccare la fuga dei giovani la cui assenza finirà con l’impoverire il nostro paese. Di queste cose dobbiamo parlare con Scopelliti che dovrà accettare di sedersi con noi intorno ad un tavolo e valutare le cose importanti ed urgenti da fare per salvare San Giovanni in Fiore”. Intanto, è di ieri mattina la notizia che il TAR della Calabria, ha respinto il ricorso del Comitato, con cui si chiedeva l’annullamento del cambio di status da nosocomio di montagna ad ospedale generale (così com’è stato per 30 anni, dal 1980 al 2010

Comments are closed.