di Saba
Per tre giorni il villaggio Fantinu torna a rivivere i suoi fasti di antico borgo, quando centinaia di contadini percorrevano le sue strade ripide a dorso di mulo o di asino o semplicemente menando il gregge per gli aspri sentieri alle falde del monte Gimmella. Fantinu è antico forse quanto lo stesso capoluogo di cui è espressione da “taglia e incolla”, come direbbero i giovani d’oggi, che di Infantino (il nome rimodulato nel tempo) si sentono cittadini onorari, solo perché c’è nato uno dei genitori o entrambi. Tre giorni di festa per celebrare San Giuvanniellu, un’altra divinità che sta ad indicare i legami con la San Giovanni in Fiore che ha come santo patrono appunto, il percussore di Cristo: san Giovanni Battista. Il triduo predicato da mons. Carlo Arnone non mancherà di richiamare in chiesa giovani e anziani, mentre per le strade del borgo si può ascoltare buona musica e degustare i prodotti tipici, specie i “fritti” che le donne del luogo solitamente offrano ai visitatori. Domenica giornata piena, invece, perché il pomeriggio dopo la Santa Messa ci sarà la processione per le vie cittadine accompagnata dalla banda musicale “Nuova Paidea”, mentre alle 17,30 dopo il saluto delle autorità, seguirà una tavola rotonda sul tema “Lo spopolamento dei borghi” che vedrà la partecipazione del prof. Vito Teti, ordinario di etnologia presso la Facoltà di lettere dell’Università della Calabria. A seguire giochi popolari e degustazione del prodotti tipici. A sera, infine, intrattenimento musicale a cura del gruppo etno folk “Bashkim e fuochi pirotecnici offerti dalla presidenza della Provincia di Cosenza. Una buona occasione, dunque, per tornare a visitare Fantinu, un borgo un tempo tra i più belli della Calabria che si affaccia sullo Ionio.