VIAGGIATORI STRANIERI IN SILA

di Saverio Basile

Tra ‘800 e ‘900 sono transitati da San Giovanni in Fiore raffinati intellettuali stranieri, attratti, la maggior parte, dall’avventura di poter incontrare ed intervistare qualche brigante che spadroneggiava sull’Altopiano silano, mettendo paura ai “ricchi” ma anche depredando qualche povero viandante che transitava da queste parti per motivi di commercio. Tra questi viaggiatori figura l’inglese Norman Douglas il quale nella sua opera più importante “Vecchia Calabria” riesce a dare un quadro “nitido” della situazione sangiovannese. Intanto, perché ha avuto il macabro “privilegio” di assistere all’impiccagione del capobrigante Benincasa, avvenuta nella piazza principale del centro silano (chissà che non siano proprio suoi i resti mortali rinvenuti a fianco della Chiesa Madre qualche mese fa) e poi perché, meglio degli altri, ha saputo evidenziare che l’oggetto di maggiore interesse del nostro paese sono le donne “le cui grazie naturali sono messe in rilievo dagli elaborati ornamentali di finissimo gusto e dalle graziose acconciature con due riccioli pendenti davanti alle orecchie di effetto irresistibilmente seducente”. Di tutt’altro tenore è il reportage della polacca Kazimiera Alberti, la quale nel suo libro “L’anima della Calabria” rimane particolarmente impressionata dalla presenza, davanti alle abitazioni, di numerosi animali domestici: cani, galline, capre e maiali e scrive: “All’ingresso della città alcune pozzanghere luccicano presso le prime case; ecco arrivare amichevole e sereno un denso branco di pecore. Due cani l’accompagnano. Di colpo da una casupola trottano due grandi e grossi maiali che si mescolano al branco assumendone il comando”. L’attenzione dello scrittore inglese George Gissing nel suo libro “Sulle rive dello Ionio” è tutta concentrata sulle capacità salutari delle acque del fiume Neto, che – a suo dire – “sono fresche e medicamentose”. Un viaggiatore curioso ed attento, è stato – anche – il francese François Lenormant il quale ci ha lasciato tre importanti volumi dal titolo “La Magna Grecia” su cui annota particolari interessanti a riguardo del nostro paese, soprattutto per quanto attinente alle bellezze della natura che “consentono un soggiorno delizioso da primavera a tutto ottobre”. Poi ancora si sofferma su Gioacchino da Fiore precisando che Papa Onorio III con bolla del 1221 gli attribuisce il titolo di “Servo di Dio”. Un lavoro puntiglioso e prezioso per la salvaguardia del nostro dialetto ma anche dei nostri cognomi e soprannomi porta la firma del tedesco Gerhard Rohlfs che più di una volta ha fatto tappa a San Giovanni in Fiore per raccogliere importanti elementi per i suoi tre dizionari sulla Calabria. Altri autori stranieri che meritano il nostro plauso e la nostra gratitudine, per il loro attaccamento alla nostra terra, sono lo svizzero Alessandro Stainer che ha scritto “Nel paese delle pietre verdi” in cui è narrata con entusiasmo la storia della costruzione degli invasi artificiali dell’Arvo e dell’Ampollino in Sila; della francese Marie Brandon-Albini che in “Calabre” descrive dettagliatamente il costume sangiovannese, mentre la sua connazionale Monique Roussel de Fontanès, afferma che “l’acconciatura dei capelli è qui particolarmente curiosa e sembra risalire alla maniera medioevale di pettinarli alla templettes”. E ancora dei tedeschi Carl Willemsen e Dagmar Odenthal che scrivono cose interessanti su Gioacchino da Fiore e l’Abbazia Florense, per finire ad un’altra tedesca, Renate Sibert, che ha scelto addirittura di vivere tuttoggi lunghi periodi dell’anno a Lorica, scrivendone un bel libro dal titolo: “Lorica un ritratto a più voci”. Quindi occhio a questi libri che costituiscono un veicolo di richiamo per il nostro paese e uno scrigno d’informazioni per la nostra storia.


Nelle foto in ordine: Norman Douglas, Gerhard Rohlfs e George Gissing

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