di Saverio La Rosa
Il nostro paese assiste pavido all’emigrazione in massa dei suoi giovani. Spaventato, ma impotente. E su questo tema i giornali locali hanno scritto pagine, elencando numeri, città pronte ad accoglierli e tutti i dettagli legati a questa dispersione, che definire dannosa, sarebbe poca cosa. Perché non ci si può nascondere dietro il fatto che un paese senza i propri giovani, senza la loro vitalità e freschezza, sia decadente. Il mio appunto, però, ora, non va su chi parte, ma su chi resta. Sui giovani che rimangono, nonostante forse siano la minor parte. Osservare, curiosare, indagare, sui loro stili di vita. Sulle loro abitudini. E a quanti si dedicano a questa indagine, il quadro potrebbe apparire desolante. Esiste, però, sempre quella fetta di persone che cerca di nascondere il tutto e si cala in un apparente clima di tranquillità. Ma non è tutto rose e fiori. Il paese tenta sempre più a sforzarsi, nel cercare di offrire qualcosa di valido e positivo a livello culturale. I giovani, tuttavia, non rispondono sempre presente. Le manifestazioni, gli incontri, i dibattiti che vengono proposti non sempre vengono guardati con interesse, da parte dei giovani. Il riferimento va soprattutto alla presentazione di libri, eventi letterari in senso lato. E spiegarsene i motivi non é semplice. La lettura tra gli under 30 è calata spaventosamente. Non solo a San Giovanni in Fiore, ma anche a livello nazionale. Sfogliare un quotidiano, un bel romanzo, una rivista, non incuriosisce più di tanto. Si potrebbe peccare di qualunquismo, forse è vero. Ma non è difficile appurare la verità su quanto scritto. Leggere è cosa, nel nostro bel paese, che appartiene ancora a poche persone. Viviamo in una società dove veniamo bombardati dal calcio, dai reality show, talk show, programmi vacui e futili, e tutta questa semplicità, dai giovani, è preferibile ad un saggio o ad un “mattone”, come viene definito dai più che non leggono, un libro un po’ più impegnativo. Non tutti, per fortuna, detestano leggere. I giovani lettori ci sono. Esistono. Sono presenti, sì. Lo sono, anche nel nostro paese. Però agli occhi appare evidente, che non sono la maggior parte. E quella grossa fetta che non ha tali passioni, che arricchiscono l’animo e lo rendono curioso e libero, trova forse conforto in qualcos’altro. Il nostro paese non è immune ad uno dei mezzi più potenti del mondo, la televisione. La Tv ci plasma, ci stordisce, ci rende una massa unica ed omogenea e ci toglie la fantasia. Così come Internet. Qualcuno oserebbe dire che il tutto è deleterio solo ed esclusivamente nel momento in cui se ne fa un uso smodato. Ed è purtroppo ciò che si fa quotidianamente. Le principali compagnie telefoniche propongono sempre più nuove offerte per poter navigare ed essere online sempre più spesso. E si naviga su Internet senza nessun limite di tempo e senza ritegno. Ma frequentemente non lo si fa per acculturarsi e accrescere il proprio sapere, la maggior parte delle volte lo si fa per visitare siti frivoli, atti a fare il contrario, atrofizzarci. Il nostro paese assiste impotente oltre che all’emigrazione della maggior parte dei propri giovani, quindi, anche all’impoverimento culturale di quelli che restano. Perciò accogliamo l’invito di Point Mondadori, a cui va il nostro plauso e la piccola iniziativa del Bar 2001, in cui è presente un seppur ridotto, catalogo di libri. Sono entrambi punti di partenza, molto apprezzabili. Perché abituare un giovane alla lettura anziché ad alcuni vizi odiosi e detestabili, non è semplice, ma possibile. Un paese che dà di più, è anche un paese che possiede di più, che ha più valore. Ma se si viene atrofizzati dai mass media, e tutto ciò che ha potere, anche nascosto, su di noi, quel motore viene rotto. Sono di George Bernanos, scrittore francese, le seguenti parole: “è la febbre della gioventù che mantiene il resto del mondo alla temperatura normale. Quando la gioventù si raffredda, il resto del mondo batte i denti”.