di Saverio Basile
Maria Allevato (classe 1986) ha il piglio dell’allegria tipica di chi si pone a rendere felici gli altri. È giovane, bella, bruna di carnagione ed ha una parlantina che per fermarla bisogna alzare il dito per dire “Scusi vorrei dire qualcosa anch’io!”. Diversamente lei continua a parlare e ti sommerge di termini scientifici, per giunta in lingua inglese, che fai fatica a registrare. Ma andiamo per ordine! Maria ha frequentato il Liceo scientifico della nostra città. Poi si è iscritta al corso di biologia presso l’Università della Calabria dove ha conseguito prima la triennale e poi la specialistica, ma nel frattempo ha pensato che per poter realizzare le sue aspettative era necessario conseguire un master in embriologia da frequentare magari a Londra, dove si potevano fare in contemporanea due cose: l’approfondimento della parte scientifica della sua professione e il perfezionamento della lingua. Un impegno non da poco, giacché il giorno lavorava e la sera studiava e più di una volta ha pianto per la stanchezza e per la solitudine di non avere un familiare accanto a sé. “Da ragazza – ricorda – mi sono immedesimata in quelle donne che volevano mettere al mondo un figlio e non ci riuscivano per un verso e per un altro. Allora mi sono detta se c’è la riproduzione assistita perché non tentare? Così mi sono catapultata nell’approfondimento di uno screening pre-natale presso il King’s College Hospital di Londra e per due anni ho potuto approfondire i miei studi e arricchire le mie conoscenze di laboratorio. Nei due anni successivi, sempre a Londra, ma stavolta presso l’Homerton Hospital, mi sono occupata di ricerca in medicina fetale e oggi sono una ricercatrice italiana che ha trovato lavoro in Gran Bretagna, dove mi impegno quotidianamente ad aiutare le coppie che non possono avere figli in maniera naturale, contribuendo a renderle felici. Questi soggetti vengono seguiti attentamente dalla nostra equipe, per almeno un anno, tant’è che si crea un rapporto di amicizia tale che non si consuma nel tempo. Penso per esempio alle tante fotografie dei bambini, nati grazia anche al nostro intervento. E così alle fotografie dei compleanni e così via che i genitori ci spediscono puntualmente”. Il desiderio di Maria, comunque, è quello di poter tornare in Italia e mettere a frutto i suoi studi fra la sua gente. “A Londra siamo in tanti a lavorare nel campo della ricerca scientifica e mi dispiace essere costretta a vivere lontana dalla mia famiglia e dalla mia terra. Ognuno dovrebbe avere la possibilità di vivere dove è nato e dove sono i suoi affetti”. Pur essendo fidanzata con un giovane italiano che lavora anch’egli a Londra il suo desiderio rimane l’Italia, con il suo cielo sempre azzurro e un sole caldo da scaldarti il corpo e quei rapporti umani che affratellano le persone.