IL PONTE DELL’OLIVARO MINATO E SALVATO

Tempo di guerra

di Saverio Basile

Appena avuto notizie dello sbarco in Sicilia degli anglo-americani, una pattuglia di tedeschi che si trovava a transitare sulla statale 107, pensò di minare il Ponte dell’Olivaro, alle porte di San Giovanni in Fiore, per farlo “saltare” dopo il loro passaggio. L’impresa non si presentò facile, perché il ponte (ad unica arcata) era costruito a “pietre squadrate” di granito silano dagli scalpellini che in questo paese ancora oggi sono il vanto della popolazione. Tuttavia i militari tedeschi in ritirata ebbero la meglio a notte tarda, quando riuscirono a perforare una nicchia, tuttora visibili, dove piazzare le cariche esplosive da azionare all’indomani, quando avrebbero ripreso la marcia verso l’Altopiano Silano, isolando il paese. Ma gli ingenui tedeschi, con tutta la rabbia che avevano in corpo, non pensavano certo che i contadini arroccati su quella montagna, ne stessero spiando ogni movimento, inventandone una delle loro. Infatti, deviarono un tratto del fiume Neto le cui acque si riversarono sul ponte inondandone la fiancata, dove erano state posizionate le mine, rendendole innocue. Quel ponte, ancora oggi, gode ottima salute ed è ricordato tra le “leggende di guerra” da raccontare ai bambini a sostegno anche della tesi che i “contadini hanno scarpe grosse e cervello fino”.

da “Il Giornale” – 17 giugno 2018

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