LE DONNE E LA GRANDE GUERRA

Dopo averlo fatto brillantemente una prima volta nell’agosto 2016 con un seminario a più voci e una mostra di documenti e cimeli vari presso l’antico Palazzo Barberio al rione Coschino, l’Amministrazione comunale florense e l’assessore alla P.I. e Cultura Milena Lopez hanno inteso dedicare un’altra giornata alla commemorazione del centenario della guerra 1915-1918. La manifestazione, con tema “Storia e storie della prima guerra mondiale”, si è svolta lo scorso 26 maggio e la cronaca del suo svolgimento è stata raccontata nell’ultimo numero di questo giornale. Nell’occasione, in un salone del municipio, è stata pure inaugurata la mostra “La Croce Rossa e le donne nella Grande Guerra”, realizzata grazie al contributo del Museo del Risorgimento di Bologna, del Museo del Risorgimento di Roma, della Croce Rossa Svizzera, dell’archivio storico Barberio e della sua curatrice Chiara Camposampiero. E grazie anche all’impegno di Rosalba Cimino, collaboratrice dalla Svizzera di questo periodico, e di Angelina Vecchione, storica operatrice culturale e animatrice del soppresso e rimpianto ex Centro di Servizi Culturali. La mostra si compone di una serie di pannelli con foto e didascalie che ricordano l’origine della Croce Rossa con il primo intervento operato sul campo nella battaglia di Solferino il 24 giugno 1859 nella seconda guerra d’indipendenza italiana e la nascita nel 1863 del Comitato internazionale di soccorso ai feriti, da cui sarebbero poi sorte le Società Nazionali della Croce Rossa e della Mezzaluna Rossa. Tra le foto quella del fondatore Henri Dunant, svizzero di Ginevra, e dei suoi primi collaboratori. Sul pannello dedicato alla Croce Rossa Svizzera una foto mostra la spedizione di uno dei 35 chalet inviati a Reggio Calabria e Messina dopo il violento terremoto del 1908. In due pannelli è documentato l’impegno delle crocerossine con foto di gruppo, interventi sul campo e l’ottenimento di medaglie militari al valore. Altri pannelli raccontano la storia umile e gloriosa di donne riprese al lavoro nelle fabbriche d’armi, mentre lavorano i bossoli, puliscono e impachettano le cartucce, disinfestano le uniformi o sono impegnate in operazioni di stivaggio, di lavanderia e di vettovagliamento, in lavori di fortificazione e trincea, di costruzione di strade e cura dei campi. E anche in pose distensive. Ricordate anche celebri volontarie della CRI come Margherita Kuise Parodi, Maria Plozner Mentil, la duchessa Elena d’Aosta, Luisa Zeni e Stefania Turr. «…Le donne raccontate in questa mostra», ha scritto Dacia Maraini, «sono per lo più personaggi umili: crocerossine, maestre, operaie, sarte, solo alcune sono intellettuali e c’è perfino una regina [...]. Sono storie esemplari nella loro umiltà e chiarezza. Storie che raccontano il coraggio, la tenacia dei corpi femminili in azione, prima, durante e dopo una guerra devastante che ha impoverito il nostro paese. Pronte a rischiare la vita per difendere la libertà di parola, di pensiero e di movimento». Due ricchi pannelli mostrano la corrispondenza di guerra e di prigionia (lettere, cartoline, disposizioni, rapporti, dispacci e documenti vari) del notaio sangiovannese Bernardo Barberio, capitano della celebre “Brigata Catanzaro”, costituita da soldati e ufficiali calabresi. La mostra resterà aperta fino alla fine dell’anno.

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