I LAGHI DELLA SILA

di Saverio Basile

Come cinque splendide gemme turchine, incastonate nel verde di un vasto Altopiano, che si estende in tre province diverse, i laghi della Sila, sono un richiamo suggestivo e costante per gli appassionati di turismo. Inizialmente realizzati dalla Società per le Forze Idrauliche della Sila (l’Arvo e l’Ampollino), su progetto dell’ing. Angelo Omodeo, a partire dagli anni ’20 del secolo scorso, al fine di raccogliere le acqua da utilizzare per la produzione di energia idroelettrica, andarono man mano richiamando sempre più visitatori a Lorica, Camigliatello e Trepidò. Dei cinque invasi il più importante, per strategia, è l’Ampollino, posto sulla linea di demarcazione delle province di Cosenza, Catanzaro e Crotone. Esso ha una capacità di contenimento di 67 milioni di mc d’acqua che vengono fatti defluire, in direzione degli impianti di produzione e pompaggio di Orichella, Timpa Grande e Calosia, prima di giungere nella vasca di accumulo della Bassa Valle del Neto, dove il prezioso liquido viene utilizzato per fini idrici dalle popolazioni del crotonese o per l’irrigazione dei campi coltivati ad ortaggi. Nel lago Ampollino confluiscono attraverso una galleria ad altezza d’uomo, lunga 8 km che fende la montagna di Montenero (la seconda vetta più alta della Sila, quota 1881 m), le acque del lago Arvo (un lago-serbatoio quello di Lorica, capace di contenere 83 milioni di mc d’acqua), nonché le acque della Presa del Tacina e quelle del Savuto. Il terzo lago per importanza, è quello di Cecita (realizzato dalla SME negli anni 1949-1951), il quale ha forma frastagliata e una capacità di contenimento fino a 108 milioni di mc). In questo grande bacino vi confluiscono le acque del fiume Mucone e quelle di Ariamacina, un invaso quest’ultimo sbarrato negli anni 1953-55 dalla Casmez, per contenere i deflussi del fiume Neto che avevano determinato un’immensa palude. Questo piccolo lago é capace di conservare fino ad 1 milione e 750 mc d’acqua. Attualmente la zona intorno a questo gioiello della natura è stata trasformata in oasi naturalistica, per l’osservazione e la tutela degli uccelli migratori che vi nidificano, come lo Svasso Maggiore, specie di volatili della famiglia dei Podicipedidi o altre specie faunistiche, grazie ad un habitat umido particolarmente accogliente. L’area è stata affidata in gestione a Legambiente che ne controlla l’andamento nel corso dell’intero anno solare. Il lago più giovane, invece, è quello del Passante, costruito nella Sila Catanzarese tra il 1971-76. La sua diga in calcestruzzo lunga quasi mezzo chilometro, è parte integrante della provinciale per Catanzaro. Questo lago arriva a contenere fino a 38 milioni di mc d’acqua che fornisce alle centrali di Albi e Magisano per la produzione di energia elettrica pulita. Altri piccoli invasi sono il Savuto (che può contenere fino ad 1 milione e 200 mila mc), Orichella (capacità 233 mila mc) e poi ancora il serbatoio del Migliarite. Mentre altri due bacini quello di Redisole e quello del Vutturino, costruiti con fondi Casmez, non sono mai entrati in esercizio, malgrado la siccità della passata stagione estiva ne avesse evidenziato l’utilità sia ai fini irrigui che come fonti di approvvigionamento dei mezzi aerei contro gli incendi boschivi. Dei cinque grandi laghi, al momento, solo quello di Lorica è abilitato, alla navigabilità e vi si svolgono periodicamente manifestazioni sportive come gare nazionali di canoa e di vela. Ma non sarebbe male sfruttare gli altri invasi per gare di pesca sportiva o altri sport acquatici.

Da “Calabria Sconosciuta” n° 157-158

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