A trentuno anni di distanza potrebbe essere svelato il mistero del “Mig 23″ libico precipitato sulle montagne della Sila nel luglio 1980. La verità potrebbe arrivare dagli archivi segreti della Libia, ora che il colonnello Muammar Gheddafi è uccel di bosco. Circola, infatti, in questi giorni la notizia, che il materiale finora segretato sarebbe stato recuperato dai ribelli di Tripoli nel quartiere generale dell’Agenzia libica per la sicurezza esterna e presso gli uffici dell’ex Ministero degli esteri. Atti che potrebbero imbarazzare molti governi occidentali. Negli archivi sarebbero state rinvenute – cone sostiene un articolo apparso sul numero di ottobre de Il nuovo Corriere della Sila – le prove dei rapporti intrattenuti dal regime libico con alcune agenzie di intelligence occidentali, in particolare l’americana CIA e l’inglese MI6. Proprio dai faldoni in possesso dei ribelli potrebbe uscire fuori qualche documernto top secret sull’episodio avvenuto nell’estate del 1980 quando nel Vallone delle Magare, a confine tra Castelsilano, Savelli e San Giovanni in Fiore, vennero rinvenuti i resti di un “Mig 23″ di fabbricazione sovietica venduto però alla Libia, nonche il corpo senza vita del pilota Ezzeadan Koal che per qualcher giorno venne tumulato nel cimitero di Castelsilano. Una storia tuttora rimasta con troppi interrogativi e legata a filo doppio con l’incidente del “DC9″ dell’ITAVIA in volo sulla rotta Bologna-Palermo, precipitato per cause ancora da chiarire, a largo di Ustica e costata la vita a 81 passeggeri di nazionalità italiana.