LA SILA BUGGERATA DALL’UNESCO

Ancora una presa in giro che offende l’intelligenza dei calabresi. La Commissione nazionale italiana per l’Unesco che avrebbe dovuto proporre la candidatura della Sila quale patrimonio mondiale dell’Umanità, fino a qualche mese fa unica candidata italiana, ha fatto macchina indietro, privilegiando le Alpi Marittime. In una nota del Ministero per l’Ambiente si legge che “Per quanto riguarda la candidatura degli ecosistemi forestali della Sila per l’iscrizione nella lista del patrimonio mondiale come sito naturale, il Consiglio direttivo, ha deciso di soprassedere alla sua presentazione, in quanto la candidatura ha ricevuto una valutazione negativa da parte dell’UICN, organo di valutazione del Comitato del Patrimonio Mondiale competente per i siti naturali” La decisione ha provocato il comprensibile risentimento delle popolazioni interessate e del presidente della Regione, Mario Oliverio, il quale, quest’ultimo, sostiene che “con stupore si leggono le osservazioni fuorvianti della senatrice Margherita Corrado del M5S la quale con la leggerezza e la superficialità che le sono proprie, attribuisce ad una débâcle a firma 5 stelle, un quanto mai improbabile e fantomatico ritiro della candidatura a sito Unesco del Parco Nazionale della Sila da parte di organi della Regione, dimenticando o peggio ancora fingendo di ignorare che la Regione non solo da molti anni sostiene tale candidatura giunta alla fase di valutazione finale, quanto ha sostenuto la stessa con ingenti risorse”. Il governatore Oliverio, in una sua nota sostiene che “la sen. Corrado ignora evidentemente che la Commissione Nazionale è composta, per la categoria in concorso, anche da membri designati dal Ministero dell’Ambiente, oggi a guida del Ministro Sergio Costa del M5S e non da rappresentanti della Regione”. L’esclusione della candidatura del sito calabrese a favore di quello del Nord evidenzia, ancora una volta, questo patto scellerato in danno del meridione”. Addio sogni di gloria, anche perché questa candidatura, rappresentava un motivo di rilancio a livello internazionale dell’intero Altopiano Silano.

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