SE N’E’ ANDATA ANCHE LA FORESTALE

Quanti concittadini si sono accorti che dal 1° gennaio 2010 non è più operativo il comando di stazione del Corpo forestale dello Stato, che aveva sede allo svincolo Sud della superstrada? Probabilmente in pochi e quei pochi, certamente, non hanno speso una sola parola per dire quanta è pericolosa l’azione di spoliazione messa in atto dalle istituzioni ai danni del nostro paese. Un paese di montagna che vanta una superficie territoriale di 279,45 kmq in prevalenza coperta da boschi, confinante, in provincia di Cosenza, con i comuni di Aprigliano, Bocchigliero, Longobucco, Pedace, Serra Pedace, e Spezzano Piccolo; in provincia di Crotone con i comuni di Caccuri, Castelsilano, Cotronei, Savelli e in provincia di Catanzaro con Taverna, non può essere penalizzato da logiche assurde che offendono il buonsenso dei cittadini. Perché se la notizia in nostro possesso è vere, la decisione di chiudere la caserma di San Giovanni in Fiore sarebbe scaturita dal fatto che una volta raggiunta l’età di pensionamento dell’ispettore Ferrari e il trasferimento, a richiesta, degli agenti Maida e Barberio all’epoca in servizio presso la nostra caserma, non si è riusciti a trovare altro personale disposto a venire nel più popoloso comune della Sila. E di conseguenza, da circa due anni, la stazione operante nel nostro paese, una delle stazioni storiche della forestale della nostra provincia, presente già nel 1923 quando l’Ispettorato forestale di Cosenza organizzò proprio nel nostro territorio la “Festa degli alberi” a livello provinciale, è chiusa e non più operativa. Con i poteri che sono stati demandati dal governo al Corpo forestale dello Stato, in materia ambientale e anche di controllo sugli alimenti in vendita negli esercizi pubblici, privarsi di un presidio di questa importanza, senza elevare una pur minima protesta, è da incoscienti. Lo diciamo agli amministratori comunali che forse non sono a conoscenza della decisione messa in atto dal CfS. Dopo questo provvedimento restrittivo dipendiamo dal comando di stazione di Spezzano della Sila. Il che significa che se un qualsiasi cittadino sangiovannese deve interloquire con il Corpo forestale dello Stato, deve farsi prima 50 km di superstrada, per poi andare a perorare la propria causa. Un altro torto ai danni della nostra popolazione che si convince sempre più di essere perseguitata non dalla sorte, ma dalle istituzioni! Questo è quanto riportato nel numero di Novembre de “Il nuovo Corriere della Sila” da ieri in edicola.

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