Dove si respira l’aria più pulita d’Europa
Una regione ricca di foreste secolari, di fiumi e laghi cristallini
di Saverio Basile
Passata la bufera del Coronavirus che ci tiene prigionieri in casa da oltre due mesi, vi aspettiamo in Sila, per respirare a pieni polmoni l’aria più pura d’Europa. Non lo diciamo noi che non siamo esperti della materia, ma ce l’ha detto per primo Giuseppe Tallarico, un autorevole membro del Consiglio nazionale delle ricerche, che nel lontano 1950 scriveva che “la posizione geografica della Sila favorisce il fenomeno della jodizzazione del clima, causato dallo scontro che si verifica ad una certa quota, tra i venti provenienti dal Tirreno e quelli provenienti dallo Ionio”. Dello stesso parere era stato in precedenza anche padre Giovanni Sèmeria, che consigliava alla marchesa Maria Elia De Seta Pignatelli, nobildonna toscana, di portare in Sila uno dei figli affetto da una grave malattia polmonare, “perché da quelle parti si può rimettere con la purezza dell’aria”. E la marchesa non ci pensò due volte pur di ottenere la guarigione di suo figlio. Ignorando addirittura dove fosse la Sila, venne ad abitare nell’antica “Torre dei due Mari” tra Tirivolo e Buturo, dove finì poi con il trascorre gli anni della sua vita. Più recentemente, questo concetto è stato ribadito, da una coppia di ricercatori: Stefano Montanari e Antonietta Gatti, il primo direttore del Laboratorio Nanodiagnostics di Modena e la seconda ricercatrice dello stesso Ente, i quali nel 2010, a conclusione di una loro ricerca sostennero che “E’ nel territorio del Parco Nazionale della Sila, precisamente a Tiviolo, nel catanzarese, l’aria più pulita d’Europa”. Detto questo non ci resta che dirvi che vi aspettiamo in Sila. Potreste fare tappa a Camigliatello, movendovi in aperta campagna tra Montescuro, Cecita, il Cupone, la Fossiata. Senza perdervi però l’occasione di ammirare i “Giganti della Sila” alberi secolari che vivono solo nella pineta di Fallistro; oppure potreste scegliere la quiete e la salubrità di Lorica, il villaggio da cui si domina il lago Arvo, quasi ai piedi di Botte Donato, la montagna più alta dell’Altopiano Silano (quota 1928 m.) da cui si può vedere lo Stromboli quando fa le bizze. Da qui un salto a Silvana Mansio, il villaggio più caratteristico della Sila, con le sue case in legno, immerse in una amorevole quiete. La terza offerta è la Sila Catanzarese, con il villaggio Palumbo che domina il lago Ampollino (ora in provincia di Crotone), più avanti Villaggio Mancuso e quindi i Centro Garcea, nel comune di Taverna con Buturo e Tiviolo. Senza perdervi però una gita al Gariglione, la montagna per antonomasia, un tempo abitata da cervi, stambecchi e lupi, e ora meta di un turismo di camminatori a piedi. “Terra indimenticabilmente diversa da tutte le altre. – scriveva il meridionalista Giuseppe Isnardi –Per chi visita il Sud Italia questa regione costituisce la più piacevole sorpresa, perché non si riesce ad immaginare che nelle terre del Meridione si possa incontrare una vastissima oasi com’è la Sila con caratteristiche prettamente nordiche, ma addolcite e beneficamente influenzate dalla posizione di zona squisitamente mediterranea.” Non ci resta che dirvi, vi aspettiamo!