Dopo 74 anni di onorata politica al servizio del proletariato sangiovannese, il Partito Socialista Italiano non sarà presenta con il suo storico simbolo nella scheda elettorale del Comune di San Giovanni in Fiore, paese simbolo dello stalinismo italiano. Una scelta sofferta, amara, impopolare, annunciata questa sera dal segretario di sezione Giovanni Oliverio, presente il componente dell’Assemblea nazionale del partito, Pierino Lopez, alla vigilia della data ultima per la presentazione delle liste elettorali, nel corso di una conferenza stampa. Il motivo è da ricercarsi nella inopportuna decisione del commissario provinciale del Partito Democratico, Marco Miccoli di indire le primarie tra due componenti del proprio partito: il sindaco uscente Giuseppe Belcastro e il presidente del Consiglio comunale, Domenico Lacava, vinte da quest’ultimo con lo scarto di 28 voti di differenza,  spiazzando di fatto il PSI sangiovannese, che si era pronunciato in favore di Belcastro, con il quale aveva attivamente collaborato negli ultimi cinque anni con la persona del vice sindaco Luigi Scarelli e con i due consiglieri  comunali Luigi Foglia (con delega ai rapporti con Calabria Verde) e Giovambattista Mosca. La mancanza di una lista ufficiale del PSI, indebolisce indubbiamente la sinistra, che già di per sé presenta complicanze di non facile soluzione. Nelle ultime elezioni dell’aprile 2015, il Partito di Craxi aveva ottenuto a San Giovanni in Fiore 1,158 voti di lista pari all’11,07% dei votanti. In quella circostanza venne a parlare a San Giovanni in Fiore, addirittura il segretario nazionale del Partito Socialista, Riccardo Nencini, all’epoca ministro dei trasporti che contribuì a “tirare la volata” per il successo del PSI. Comunque, secondo voci, ancora non confermate almeno due ex consiglieri socialisti starebbero per confluire in movimenti civici vicini al centrodestra. Un’operazione certamente non degna di chi detiene in tasca una tessera del glorioso PSI.