La neve caduta abbondante sull’Altopiano Silano ha reso più belli i paesaggi che ospitano le comunità locali. La foto che vi mostriamo raffigura il quartiere Olivaro del comune di San Giovanni in Fiore i cui abitanti anche stamane si sono svegliati sotto una coltre bianca che ha coperto i tetti, le strade, i boschi circostanti. Un paesaggio che non si vedeva dall’inverno scorso. Fino a tutti gli anni ’60 del secolo scorso la viabilità silana registrava puntualmente ogni anno mediamente da cinque a dieci “chiusure” delle strade (SS 107 e SS 108) che duravano anche fino a cinque-sei giorni, isolando il nostro paese e tutti i villaggi della riforma che gravitano nel nostro comune. Questo fino a quando il ministro dei Lavori pubblici, il calabrese Giacomo Mancini, non ha finanziato la costruzione della superstrada a scorrimento veloce che da Paola passa per Cosenza, quindi per la Sila e raggiunge Crotone. “Una trasversale che unisce due mari il Tirreno e lo Ionio – disse Mancini – che accorcia le distanze e toglie definitivamente dall’isolamento paesi come San Giovanni in Fiore… che da questa strada si attende uno sviluppo turistico e socio- economico”. In effetti dall’apertura al traffico dell’intera arteria non solo si sono accorciate le distanze fra le varie città italiane, ma non si è mai più registrato alcuna interruzione al traffico sull’ex SS107. Un merito che va dato a Giacomo Mancini, ex segretario nazionale del PSI e poi ministro della Sanità (nel I° Governo Moro), dei lavori Pubblici (II e III governo Moro) e ministro per il Mezzogiorno (V° Governo Rumor), che si sentiva particolarmente legato alla gente di San Giovanni in Fiore alla quale non mancò di dare anche una mano nell’individuare i finanziamenti anche per quanto riguarda la costruzione dell’Ospedale Civile (così si chiamava all’epoca il nostro nosocomio). Ci meravigliamo come ancora gli amministratori locali non abbiano pensato di intitolare a questo personaggio quella via Panoramica che proprio Giacomo Mancini inaugurò alle ore 17 del 14 maggio 1966 che servì a snellire il traffico interno della nostra cittadina che era divenuto ormai esageratamente caotico e tale da non consentire un ordinato svolgersi della circolazione.