UNA DONNA CHE NON SI ARRENDE

MONICA SPADAFORA ELETTA NEI COMITES DEGLI ITALIANI ALL’ESTERO

VUOLE FARE DI QUESTO IMPEGNO UNA VERA MISSIONE

di Saverio Basile

Monica Spadafora eletta rappresentante per i Paesi Bassi nel Consiglio Generale degli Italiani all’Estero. Ritorniamo, dopo qualche anno, a scrivere di questa nostra concittadina che si è trasferita all’estero nel 2015, dopo aver sposato un altro nostro concittadino, Daniele Teti, ingegnere aerospaziale che lavora per l’Agenzia Spaziale Europea nei Paesi Bassi. Di Monica abbiamo seguito sempre molto attentamente l’attività politica quando era consigliere comunale del nostro paese, così come seguimmo attentamente e da vicino la sua campagna elettorale a sindaco della nostra Città nel 2011, campagna che aveva portato una ventata di freschezza e novità nel nostro panorama politico. Oggi, Monica, non solo è vice presidente del Comites Olanda, ma, di recente, è stata eletta rappresentante per i Paesi Bassi nel CGIE, il Comitato Generale degli Italiani all’Estero. I COM.IT.ES ed il C.G.I.E. sono gli organi più rappresentativi delle comunità italiane all’estero perché organismi di rappresentanza degli italiani all’estero nei rapporti con le rappresentanze diplomatico-consolari. Anche attraverso studi e ricerche, essi contribuiscono ad individuare le esigenze di sviluppo sociale, culturale e civile della comunità di riferimento; promuovono, in collaborazione con l’autorità consolare, con le regioni e con le autonomie locali, nonché con enti, associazioni e comitati   operanti nell’ambito della circoscrizione consolare, opportune iniziative nelle materie attinenti alla  vita sociale e culturale, con particolare riguardo alla partecipazione dei giovani, alle pari   opportunità, all’assistenza sociale e scolastica, alla formazione professionale, al settore ricreativo, allo sport e al tempo libero. Il CGIE, invece, è il massimo organo rappresentativo degli italiani espatriati. Istituito con la legge 368 del 1989. la sua funzione principale è l’attività di consulenza del Governo e del Parlamento sui grandi temi delle comunità italiane nel mondo ed è presieduto dal ministro degli Esteri. É composto da 63 membri, di cui 43 eletti dalle comunità italiane all’estero e 20 di nomina Governativa. Ebbene, Monica si candida per le elezioni del Comites lo scorso autunno, risultando la prima eletta della sua lista; all’interno del Comites viene eletta vice presidente; svolge questo ruolo con passione e abnegazione guadagnando subito la fiducia dei colleghi del Comites che la eleggono, il 9 aprile scorso, come loro rappresentante in seno al CGIE. La raggiungiamo al telefono e ci racconta qualcosa di più: “Caro direttore, come sai l’impegno politico è una passione che non mi abbandona, ma la politica ha un senso se ci sono bisogni da soddisfare e lacune da riempire. Per noi Italiani all’estero i bisogni sono tanti, ma dall’Italia, spesso, questo non si comprende. Anzi, a volte veniamo visti come una spesa inutile, tra ambasciate e consolati, come se emigrare fosse una libera scelta. Per me lo é stata, perché io ho fatto una scelta di cuore, ma per la maggior parte delle persone non è così. Si lascia l’Italia perché ha poco da offrire ai suoi figli. Formiamo, con le università statali, giovani professionisti a cui non siamo poi in grado di offrire stabilità. Questi professionisti vengono accolti da Paesi stranieri che assicurano loro dignità e protezione sociale, e per la cui formazione non hanno speso un centesimo. Poi li chiamiamo cervelli in fuga! Ma la cosa grave – caro direttore- è che, dopo una prima emigrazione in cui abbiamo esportato soprattutto operai e minatori (e San Giovanni in Fiore lo sa bene avendo anche perso i propri figli a Monongah e a Mattmark) e poi vi è stata l’emigrazione dei cervelli, ora stiamo tornando ad esportare nuovamente manovalanza: idraulici, muratori, pizzaioli e padri di famiglia cinquantenni che hanno perso il lavoro e che non hanno più chance in Italia. Possibile che non si riesca a fermare questa emorragia? Questo discorso vale a maggior ragione al Sud. Non è accettabile che, a parte quella bassa percentuale di giovani imprenditori che investono su loro stessi e ce la fanno solo con le loro forze, statisticamente, gli altri, se non hanno un sussidio, devono emigrare. Vero è anche che siamo nell’Unione Europea e la mobilità dei lavoratori tra i Paesi membri è uno dei pilastri su cui la stessa si fonda. Per cui ben venga questa mobilità verso l’estero quando deriva da una scelta consapevole e di arricchimento personale, ma mai quando la scelta è obbligata. Io sono Sangiovannese, lo dico in lungo e in largo, con orgoglio, e poi capita che, a colloquio privato con l’ambasciatore Giorgio Novello, lui mi dica che nel 1978 fece un viaggio in bicicletta da Padova a San Giovanni in Fiore, con un gruppo guidato da un padre spirituale che li ha voluti portare nella culla del misticismo di Gioacchino da Fiore.  Puoi capire la mia emozione nel sentire queste parole. Ma essere sangiovannese e ricoprire il ruolo pubblico che ricopro ora, mi investe di una ulteriore responsabilità, perché, in qualche modo, mi sento di dover rappresentare le migliaia di nostri concittadini sparsi per il mondo da oltre un secolo e mezzo, oltre che la mia comunità di riferimento qui nei Paesi Bassi.  Prometto che ce la metterò tutta per farlo al meglio e non mancherò di tenere informato Il nuovo Corriere della Sila”.

Nella foto: Monica Spadafora con l’ambasciatore Italiano Giorgio Novello

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