IL LUPO MANNARO

SE NE E’ DISCUSSO ALL’UNIVERSITA’ DI TORINO

TRE STUDENTI DI QUELL’ATENEO NE HA APPRONTATO UNA TESI

Tre studenti dell’Università di Torino: Dorothy Lonetti, Lorenzo Padova e Sara Rongo si sono imbattuti (precisiamo subito per motivi di studio) con il lupo mannaro che sul finire dell’800 metteva tanta paura alle ragazze del nostro paese, che di sera non uscivano mai sole, per paura di incontralo. “Siamo tre ragazzi provenienti dal Sud Italia – scrivono nel loro corposo lavoro discusso con la docente di antropologia culturale Lia Zola – e ci è sembrato opportuno cercare una leggenda delle nostre parti”. E così si imbattono in Feliceantonio Cucumella, il lupo mannaro di San Giovanni in Fiore, “ben descritto nelle Leggende Silane” raccolte da Saverio Basile nel suo lavoro di narrativa popolare che abbiamo trovato interessante dal punto di vista letterario”. Infatti, da sempre la figura del lupo mannaro ha arricchito la tradizione letteraria e cinematografica di molte culture, affascinando e terrorizzando al contempo intere generazioni. Le origini di questa spaventosa creatura risalgono persino alla preistoria: l’idea che un uomo potesse assumere le sembianze di un animale, infatti, era già diffusa durante l’età del ferro tra quelle comunità. “La licantropia – precisano i tre studenti – è un fenomeno che ci ha destato sin da subito molto fascino, così come la figura del lupo, animale enigmatico e misterioso. Perciò abbiamo preferito concentrare il nostro interesse sulla leggenda vista più come genere di narrativa popolare rispetto alla storiella o alla favola che hanno meno credibilità. E ci siamo “intrattenuti” con questo personaggio che nelle notti di novilunio si trasformava da persona a lupo mannaro alla ricerca di giovani donne da stuprare per appagare i suoi istinti animaleschi. Ne abbiamo approfondito le cause di tale trasformazione, ne abbiamo esaminato le ansie dei familiari quando cominciava ad ululare e la sua pelle si copriva di peluria lunga e nera e ne abbiamo capito la paura dei cittadini che si chiudevano in casa per evitare di incontrarlo.”  Nel corso delle ricerche i tre studenti hanno potuto constatare come queste leggende abbiano avuto un forte impatto nella comunità sangiovannese, mentre viene attribuito un notevole valore antropologico al fatto che tali storie venissero raccontate dalle madri ai figli tramandandone il valore culturale.

Nella foto: Saverio Basile autore del libro “Leggende Silane” che contiene tra l’altro la leggenda de “Il lupo mannaro”.

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