NELLA STALINGRADO DELLA CALABRIA MANCA EFFETTIVAMENTE UN NOCCHIERE

Il Pd non riesce ad uscire dal pantano nel quale è precipitato. Da oltre due anni e mezzo, e cioè dalle primarie per la scelta del candidato sindaco, svoltesi nell’agosto 2020, non riesce più a riemergere. Sta collezionando sconfitte su sconfitte. Non c’è più una classe dirigente in grado di fare la differenza. Chi ha voluto a tutti i costi le primarie oggi si nasconde senza dare il contributo che, invece, avrebbe dovuto dare per far rinascere un partito che ha fatto la storia in questa nostra città. È una situazione davvero paradossale. Quello che lascia ancora senza parole e che le diverse anime dei democratici non riescono a trovare un minimo di unità per celebrare il Congresso indetto per il prossimo 17 dicembre. Sabato 10 dicembre scorso scadevano i termini per la presentazione delle candidature per la segreteria dei democrat. Tante riunioni per trovare una sintesi ma sono finite tutte con un nulla di fatto. Una sola candidatura è arrivata alla segreteria provinciale ed è quella di Lucio Blasucci che si richiama all’area di Lacava. Restano alla finestra l’area Lammirato e la componente Oliverio. L’area Lammirato aveva annunciato una candidatura il giorno prima della scadenza. Non è dato sapere cosa è realmente successo. Evidentemente il candidato sul quale avevano puntato non ha più accettato e quindi è saltato il banco. Cosa diversa è la posizione degli amici dell’ex governatore della Calabria. Nelle diverse riunioni che si sono succedute hanno sempre ribadito che avrebbero votato un candidato unitario. Tutto ciò non è successo e si sono defilati. E ora? Un giovane segretario non votato dal 50 per cento più uno degli iscritti è un segretario rappresentativo? Insomma, il Pd sangiovannese si è nuovamente cacciato in un vicolo cieco da dove sarà difficile uscirne se non c’è una presa di coscienza seria. Gli iscritti e i simpatizzanti aspettavano questa assise per tornare a fare politica. Ancora una volta saranno rimasti delusi.