UNA RIFLESSIONE DOPO LA LETTURA DEL SAGGIO DI CARLO BORGOMEO PRESENTATO A COSENZA VENERDI’ SCORSO
di Maria Locanto*
L’ultimo libro di Carlo Borgomeo, “Sud. Il capitale che serve“ è una precisa e qualificata traccia operativa per quanti, nel contesto odierno nazionale e meridionale in particolare, desiderano lavorare e impegnarsi per il riscatto sociale ed economico del Mezzogiorno sia in campo politico che sociale dell’associazionismo e del volontariato. Il libro, che è stato presentato a Cosenza, venerdì scorso presso il Parco degli Enotri della Fondazione Carical, è una ricostruzione sia storica che socio-economica dedicata al Meridione, partendo dall’istituzione della Casmez fino all’attualità e quindi, rappresenta, una riflessione accurata sui bisogni e le emergenze del Sud di questo periodo e che, purtroppo, tardano a essere recepiti per averne riscontro, sul piano governativo, con interventi globali e finalizzati al riallineamento con le regioni del Nord, abbattendo il gap Nord-Sud.
L’approccio, che è alla base del libro di Borgomeo, profondo conoscitore per le sue molteplici esperienze del nostro Mezzogiorno, è da condividere totalmente, infatti, accanto a una dettagliata ricostruzione e analisi anche critica – nel senso dei limiti riscontrati – negli interventi promossi dallo Stato centrale a favore del Sud, a partire dagli anni 50 e fino a oggi, vengono anche descritte una serie di esperienze qualificate e positive che, nel corso degli anni scorsi, si sono affermate come esempi e come riferimenti da sostenere e diffondere come valore aggiunto oltre i pur lusinghieri risultati economici pure raggiunti sul piano della crescita sociale del Mezzogiorno.
Quanto descritto nel libro “Sud. Il capitale che serve” al paragrafo dedicato a “storie di un altro Sud” vengono elencate alcune esperienze più che significative e realizzate anche in Calabria come Progetto Sud a Lamezia con don Giacomo Panizza, al Goel di Locri, dove, in una realtà complessa e difficile, come la Locride, su impulso di mons. Giancarlo Bregantini sono nate e cresciute cooperative di giovani che hanno “marcato” il territorio in termini di emancipazione e di sviluppo sociale ed economico. Nel libro c’è, sia pure non esplicitata in maniera evidente, una sottolineatura del vecchio ma sempre attuale principio sturziano «il Mezzogiorno salvi il Mezzogiorno», quasi a voler richiamare ciascuno di noi all’assolvimento di un dovere e di un impegno in direzione del bene comune soprattutto nel nostro contesto meridionale dove antiche carenze si sommano alle recenti e attuali precarietà che – non solo l’emergenza Covid – sono divenute particolarmente gravi e che vanno almeno ridotte se non addirittura eliminate per innescare modelli e processi di sviluppo in grado di incidere concretamente sulla crescita delle regioni meridionali. Sotto questo profilo occorre sottolineare, rileggendo e riflettendo sul libro di Carlo Borgomeo, la necessità di utilizzare pienamente e bene, tutti gli strumenti esistenti partendo, ad esempio, da un corretto uso degli aiuti europei che, con il PNRR in particolare, possono effettivamente promuovere itinerari di sviluppo capaci di fare riavvicinare le regioni meridionali, in termini socio-economici, alle aree settentrionali del nostro paese anche per arginare e quanto meno ridurre lo spopolamento del nostro territorio che, recenti ricerche anche dell’UniCal, indicano in termini più che preoccupanti. Chi ha partecipato alla presentazione del libro “Sud. Il capitale che serve” ha potuto ascoltare dalla viva voce di un protagonista, come Carlo Borgomeo, in termini di esperienze vissute a diversi livelli, dal Comitato della Legge 44 sull’imprenditorialità giovanile a quella recente di questi ultimi anni alla guida della “Fondazione per il Sud” prima e oggi “Fondazione con il Sud”, facendo sì da far rinvigorire passione e impegno civile in direzione dell’iniziativa a favore della nostra regione.
* Componente la Direzionale Nazionale del Partito democratico