E’ TORNATA LA LONTRA NELL’AMPOLLINO

Il Parco nazionale della Sila, afferma che vi è stato un eccezionale avvistamento di lontra sulle sponde del lago Ampollino. Se la notizia venisse confermata dagli esperti nei mesi prossimi, ci troveremmo di fronte ad un evento importantissimo dal punto di vista ambientale. La lontra infatti, è considerata il più rilevante indicatore naturale dello stato di salute dei corsi d’acqua, che siano fiumi, ruscelli o specchi d’acqua come appunto il lago Ampollino. In Sila la lontra (nome scientifico lutra lutra) c’è sempre stata, abitando i corsi d’acqua più importanti dell’acrocoro, per poi ridurre, negli ultimi 40 – 50 anni, progressivamente il numero delle presenze fino a poche unità. Per alcuni ricercatori l’animale in Sila si è estinto completamente e le nuove popolazioni avvistate di recente sono da attribuire a nuclei provenienti dalla Basilicata. Altri ricercatori, invece, sono convinti che la lontra non abbia mai lasciato l’altipiano calabrese, indicando come certa la presenza dell’animale, in luoghi ben delimitati in particolare nell’areale del fiume Lese, considerato il corso d’acqua più puro e salubre dell’altipiano e per questo luogo ideale per la sopravvivenza della specie. Di certo c’è che la lontra non ha avuto vita semplice per restare e vivere sulla montagna silana. Come detto prima, in Basilicata la lontra ha trovato sempre habitat consoni ed in perfetto stato, tanto che in questa regione non si sono registrati grandi restrizioni della specie. La stessa Basilicata negli ultimi anni, è stata presa come punto di riferimento per la reintroduzione dello stato di conservazione dell’animale alla quale si ispirano le aree protette delle altre regione meridionali. Il Parco della Sila dallo scorso anno sta tentando di aiutare la lontra a reinserirsi in ambienti particolari attraverso un progetto di rinaturalizzazione dell’animale nell’areale dell’Alta Valle del Neto, visto che il fiume decenni fa ospitava il grosso mustelide, scomparso da questo corso d’acqua probabilmente per l’eccessiva antropizzazione dello stesso. Lungo l’asta fluviale dell’Alta Valle del Neto è infatti possibile vedere alcune piccole aree del fiume recintate con tanto di tabelle che indicano il progetto che il Parco della Sila sta tentando di realizzare. L’avvistamento dell’Ampollino da parte di alcuni ricercatori è dunque un ottimo segnale di salubrità dell’intera area intorno al lago, visto che gli avvistamenti sono stati localizzati prevalentemente lungo il torrente Verberano. Proprio su questo torrente ed in prossimità dell’immissione dello stesso nelle acque del lago Ampollino, i ricercatori hanno trovato escrementi di lontra. La notizia data dall’Ente Parco è una ottima notizia per un duplice aspetto: primo confermerebbe l’andamento crescente della presenza dell’animale in Sila rafforzando la salubrità generale dell’area parco, secondo l’eccezionalità dell’evento consisterebbe nella frequentazione del mustelide a ridosso dei laghi silani, cosa fin’ora mai verificata. Il secondo punto è di notevole rilievo sapendo che i laghi silani non sempre si presentano nitidi e puri a causa della numerosa presenza di scarichi e allacci fognari diretti, in particolare l’Ampollino, l’unico tra i tre grandi laghi della Sila ad esser privo di impianti di depurazione. La presenza della lontra nel lago indicherebbe certamente un miglioramento generale dell’acqua e probabilmente una riduzione degli scarichi diretti. Che dire, la notizia dell’avvistamento della lontra è di elevata importanza. Auspichiamo che il progetto del Parco della Sila lungo l’Alta Valle del Neto prosegua senza intoppi e che dia presto i frutti del lavoro, sottolineando come le aree protette rappresentino i punti cardine per la conservazione della biodiversità e che le politiche adottate dall’Ente Parco ad oggi stanno portando risultati concreti ed importanti.

Beppe Veltri

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