“CON LA MADRE ALLA RICERCA DI DIO”

Quando mi ritrovo tra le mani un nuovo libro, il primo gesto è quello di spogliarlo dalla prima pagina all’indice e poi mi accingo a leggerlo, a seconda della predisposizione d’animo. Per quello di Maria Pia Palmieri, “Con la Madre alla ricerca di Dio” (Mariano Spina Editore, euro 20), ho provato subito, invece, una specie di ritrosia per quelle quattro pagine scritte con la calligrafia dell’autrice e non, invece, a stampa. Una novità per un libro che li per lì mi infastidiva. Poi man mano ho cominciato a leggerlo e mi sono trovato di fronte due personaggi preminenti che mi hanno fatto compagnia dalla prima all’ultima pagina, senza annoiarmi: la Madre, ovvero la genitrice dell’autrice e sua figlia ed ho capito che il libro andava letto tutto di un fiato, perché fra quelle righe ogni lettore può ritrovare sua madre oltre che se stesso, ma soprattutto rivivere i rapporti che hanno contribuito a formare ogni adolescente. E non è poco, specie al mondo d’oggi, dove una fretta nevrotica non ci consente al mattino neppure di guardarci allo specchio, per vedere se i capelli sono in ordine oppure vanno pettinati a modo. Il libro di Maria Pia Palmieri è strutturato a forma di colloquio, perché l’autrice affettuosamente continua a parlare ancora con sua madre, che ha lasciato questo mondo, qualche anno fa, alla venerabile età di 99 anni. Intanto i brevi racconti, che scorrono leggeri come piume, uno dietro l’altro, sono ambientati nella casa di campagna che la famiglia Palmieri detiene tuttora a Ramunno, in Sila. Ed è qui che s’incontrano contadini e mulattieri, mogli e figli per formare un’unica famiglia con quella del “padrone”, che è pronto a divedere con i propri dipendenti gli scarsi guadagni che la terra prima e i lavori forestali poi, riescono a far confluire nelle casse dell’azienda. Ed è qui che Maria Pia ha le sue amiche di infanzia, le sue compagne di vita con le quali si confronta, si confida e cresce insieme, giorno dopo giorno Ma è la nobildonna di sua Madre, tutta case e chiesa, che domina con la sua saggezza l’apparato del libro, distribuendo insegnamenti e imponendo regole, che non sempre vengono accettate dalla figlia che ne contesta, a volte, l’imposizione. Ma alla fine il rapporto della figlia con la madre è di un’umanità profonda: ne ricorda ogni insegnamento, ne rimembra ogni gesto, ne rammenta ogni mutamento (considerata la longevità della Madre) e, infine, ne richiama alla memoria saggezza, bontà e carità, pregi che ne hanno contraddistinto la vita. Il libro è quasi una preghiera che fa bene all’anima, perciò leggerlo aiuta nella ricerca di Dio, ma anche a riscoprire il prossimo, non sempre “amato come te stesso”.

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