UN CORTEO DI OLTRE OTTOMILA PERSONE PER RICORDARE SERAFINO CONGI

VITTIMA DELLA MALASANITA’ IN CALABRIA

La morte di Serafino Congi, un giovane di 48 anni, sposato e padre di due bambine, morto per infarto, dopo un’ attesa di tre ore di un’ambulanza medicalizzata, presso il Pronto soccorso dell’Ospedale di San Giovanni in Fiore, ha riproposto nella sua gravita il dramma della malasanità in Calabria, una piaga molto diffusa in tutta la regione, ma soprattutto nei paesi interni dove tutto diventa complicato, anche  l’atterraggio di un elisoccorso, che a causa della nebbia non è potuto alzarsi in volo. Serafino si era sentito male nel primo pomeriggio del 4 gennaio. Portato in ospedale (se così si può continuare a chiamare quello di San Giovanni in Fiore)  gli è stato subito pronosticato un infarto, ma non c’é un cardiologo che potesse mettere in atto un primo intervento, ma non c’è neanche un’ambulanza del 118 con un medico a bordo. Si attendono disposizioni dall’Asp di Cosenza  e quando poi si è provveduto a trasportarlo in ambulanza all’ Ospedale Civile dell’Annunziata, il 48enne è deceduto nei pressi di Celico durante il trasferimento. “Volevo buttarmi da quel ponte  quando mi hanno detto che mio figlio non c’era più”– ci dice piangendo il padre Giovanni Congi, che seguiva a poca distanza con la sua macchina quell’ambulanza su quella strada  che lui aveva percorso tutti i giorni per andare a lavare al Catasto di Cosenza. Il dolore e la disperazione per un ennesimo caso di morte legato alla malasanità hanno colpito i familiari di Serafino, ma anche l’intera popolazione di San Giovanni in Fiore che è rimasta attonita dell’accaduto. La moglie di Serafino, la signora Caterina Perri, non si da pace ed ha presentato un esposto alla Procura della Repubblica di Cosenza che ha aperto subito un’inchiesta disponendo anche l’autopsia sul cadavere. Un’inchiesta amministrativa  è stata disposta anche dall’Asp di Cosenza sull’efficienze del servizio pubblico. Intanto ieri sera a San Giovanni in Fiore una marea di gente (valutata oltre ottomila persone) ha dato vita ad un corteo silenzioso partito dallo spiazzale “Antonio Acri” ha percorso parte di via Panoramica, via San Francesco d’Assisi, via Roma e via Gramsci, portandosi nello spiazzale dell’ospedale e nelle strade adiacenti dove non ci sono stati discorsi politici o di convenienza, ma solo la tristezza di un’ennesima perdita umana presso un presidio che negli anni ’80 dava sicurezza agli abitanti di tutta la Sila. Per la cronaca diciamo che in fase di partenza del corteo c’è stata una breve contestazione agli amministratori locali, evidentemente non graditi alla manifestazione. Mentre si ha notizie di una presa di posizione a livello nazionale dei  deputati del M5S guidata dal neo-deputato europeo Tridico e anche una presa di posizione del gruppo Pd alla Regione a favore della riqualificazione degli ospedali cosiddetti zonali.  Intanto, oggi diciamo addio a Serafino e che il Signore lo accolga nelle sue braccia, dando serenità ai suoi familiari:  moglie,  madre,  padre e soprattutto alle bambine le quali non hanno più il papà con cui giocare a nascondino dietro il divano di casa.