MARRA, INCISORE PER VOCAZIONE

Nell’ex Scuola di avviamento professionale, allogata al primo piano del complesso badiale, Carmine Marra era un ragazzo invidiato dai suoi stessi compagni di classe. I suoi disegni, infatti, per disposizione del direttore della scuola, il prof. Luigi Oliverio, erano tutti esposti nel corridoio antistante la presidenza e l’ufficio di segreteria. Il direttore che pretendeva il massimo dai suoi alunni, parlava di Marra, come di uno “studente modello” da imitare. E la cosa naturalmente non era “digerita” dagli altri ragazzi, che non erano bravi come lui. Poi Carmine nel 1958 partì per la Francia e non se ne seppe più nulla. Qualcuno diceva che era andato a fare il tornitore meccanico, perché era anche il più bravo in “officina”. Solo più tardi qualche compagno più intimo venne a sapere che di sera frequentava l’Università popolare che comprendeva l’Accademia delle belle arti, dove si mise subito in evidenza per la “mano ferma” nel disegnare bozzetti e figure della mitologia greca-romana. Il corso di durata settennale gli offrì le basi per affrontare con cognizione il mestiere di pittore-incisore. Cominciò ad occuparsi di serigrafia, xilografia, calcografia e incisione su marmo, non perdendo mai di vista i soggetti storici e mitologici legati alla sua fanciullezza. “Per me il bello sta nell’architettura romana e greca – dice ancora tuttora Carmine Marra – che mi ha incantato da quando ero bambino”. Il lavoro, però, era in tutt’altra direzione. Così in Francia ha lavorato sulla fotoincisione industriale, mettendo in pratica le sue capacità artistiche nel disegnare e stampare su tessuto i suoi bozzetti di scene ellenistiche, presso la Gravit, che produceva stoffe per l’alta moda. Dopo venticinque anni di Francia il suo ritorno al paese avito, incoraggiato anche dalla moglie sangiovannese di nascita. Qui il tempo libero di pensionato, lo passa dedicandosi alla pittura ispirata all’impressionismo francese. I suoi maestri preferiti sono Renoir, Monet e Degas che nelle loro opere hanno fatto largo uso di tinte fredde come il cobalto i cui pigmenti presentano grandi vantaggi sia per la stabilità dei colori che per la facilità di asciugatura delle pitture ad olio. Ma anche De Chirico lo attrae per la sua pittura metafisica che accosta a paesaggi e personaggi mitologici dell’antica Roma. Alcune di queste sue opere sono state esposte in mostre e collettive di pittura allestite a Ferrara, Montecarlo e Cosenza. “Un po’ di amarezza me la porto appresso da sempre, – sussurra Carmine Marra, quasi sottovoce – se al posto della scuola di avviamento fossi andato al liceo forse la mia carriera avrebbe avuto un epilogo diverso, ma ai quei tempi c’era solo quella scuola. Prendere o lasciare e così mi accontento di quello che riesco a fare”.